Immaginate che l’Ansa diffonda la notizia che il vice presidente della Camera, o il vice presidente del Consiglio, o il ministro degli Esteri (o anche il sindaco, poniamo, di Viterbo o di Caserta), è stato denunciato dalla moglie che sostiene di essere stata picchiata da lui davanti al figlio e alla baby sitter. Cosa succederebbe? A quante colonne sarebbe riportata la notizia sulle prime pagine dei giornali? Quanti direttori di quotidiano, o segretari di partito, o esponenti politici, o conduttori di talk show, chiederebbero le dimissioni immediate dall’incarico, e magari anche dal Parlamento, o dal consiglio comunale, o da qualunque altra cosa? Quasi tutti. E sui giornali le colonne in prima sarebbero tantissime.

L’altro giorno invece, quando si è saputo che la moglie del numero 2 della Corte di Cassazione ha accusato il suo rispettabilissimo marito di averla percossa, non si è mossa foglia. Repubblica ha fatto lo scoop, ma senza esagerare nei toni. Gli altri giornali – alcuni – hanno ripreso la notizia con pudore. C’è addirittura un giornale – parlo del Fatto Quotidiano, il foglio torchemadista di Travaglio – che si è dimenticato di pubblicarla. Escludo, naturalmente, che sia stata una dimenticanza intenzionale. So bene quanto il Fatto stia attento a denunciare i cattivi comportamenti dei pubblici ufficiali, so come abbia per “bussola” il principio di non guardare mai in faccia a nessuno. Deve essere stata una dimenticanza, un equivoco. Curiosamente – ma certo è solo una coincidenza – ripetuto il giorno dopo.

Il dottor Mario Fresa non ha dovuto subire troppi guai dalla denuncia della moglie, che lo ha accusato di un reato così grave. Niente gogna, grazie ai giornali, tutti, giustamente, garantisti, come sempre del resto (basta ricordare con quanta delicatezza affrontarono il caso Lupi, o il caso Guidi, o il caso Penati, sempre fermi come rocce sull’idea della presunzione di innocenza e del rispetto della privacy).

Niente provvedimenti amministrativi, tranne la decisione del Procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi – di cui Fresa è il vice – di ritirargli l’incarico di rappresentare la Cassazione alla commissione disciplinare del Csm. Tutto qui. Salvi ha pensato che forse non era il caso di mandare uno accusato di aver picchiato la moglie di fronte al figlio e la baby sitter, a guidare l’accusa contro altri magistrati sottoposti a procedimento disciplinare dinanzi al Csm (e destinati, comunque, sia detto per inciso, a essere quasi certamente assolti: così dicono le statistiche). Ha fatto bene Salvi.

E poi? Poi basta. Per Fresa al momento non è prevista nessuna procedura disciplinare. Può restare al suo posto di numero 2 della magistratura italiana. Ben diverse, e più severe, furono le decisioni, quando si scoprì che alcuni magistrati avevano partecipato a riunioni parapolitiche (caso-Palamara). Giusto così: andare a una riunione è del tutto chiaramente una cosa molto più grave che gonfiare di botte una donna.

Io sono garantista davvero, e penso che non sia affatto dimostrato che Fresa sia colpevole. Figuratevi: non è che solo perché è un magistrato allora deve essere colpevole per forza. Del resto non è rara la vicenda di qualche magistrato caduto nelle trappole, generalmente organizzate da qualche suo collega. E sono ben contento che Fresa non venga linciato. Andrà provato che la denuncia della moglie corrisponde al vero, andrà, se necessario, fatto un processo, e poi un appello e poi si andrà in Cassazione. Certo, è curioso pensare che se tutto andrà così come ho detto, e se nessuno chiederà o imporrà le dimissioni di Fresa, lui, quando il suo caso andrà in Cassazione, sarà probabilmente lì nella doppia qualità di imputato e di massimo dirigente della Cassazione che dovrà giudicarlo. Ma lasciamo stare i paradossi. Vorrei solo avere alcune risposte alle seguenti domande:

1- è vero o no che se un politico viene sospettato di avere commesso un reato, magari una semplice raccomandazione, viene annientato da giornali, magistrati e politici fratelli, e viene costretto a dimettersi e a concludere la sua carriera, e se invece un magistrato viene sospettato di un reato parecchio più grave non succede nulla? Cioè: è vero o no che la legge è uguale per tutti, tranne che per i politici, per i quali è molto più severa, e per i magistrati, per i quali è sommamente indulgente? E dunque è vero che esiste una casta superiore e quasi divina, cioè quella dei magistrati?
2- è vero o no che un reato finanziario è infinitamente più grave, nella gerarchia di valori che ormai l’informazione ha assunto, in gran parte mutuandola dai grillini, di un reato violento? Cioè, è vero che se ti picchio senza lucro economico, in fondo è una marachella?
3 – è vero o no che il Fatto è un giornale interamente subalterno alla magistratura, in particolare a quel pezzo di magistratura di fede davighiana?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.