Anche l’Italia si prepara a nuovi effetti sulle bollette
Gas russo, parte lo stop al Nord Stream: “Prepariamoci a nuovi tagli da Mosca”

Lunedì 11 luglio scatterà lo stop temporaneo alle forniture di gas russo attraverso il gasdotto Nord Stream 1 che collega la Russia alla Germania. Il blocco dovrebbe durare fino al 21 luglio, ed è dovuto, stando alla spiegazione ufficiale, ad alcuni lavori di manutenzione. La faccenda è complicata: il gasdotto nella parte russa funziona a ritmi ridotti perché manca una turbina della Siemens, già mandata a riparare in Germania e mai restituita perché soggetta alle sanzioni.
Secondo Mosca, la Germania resta a corto di gas perché applica le misure europee contro la Russia. Del resto il blocco dei pezzi tecnologici e industriali di ricambio è considerato l’arma più efficace in mano l’Europa per indebolire la Russia e il suo regime. Intanto Siemens aveva spedito la turbina di Gazprom ad aggiustare in Canada, che in effetti la tratteneva proprio in applicazione delle sanzioni.
Nella notte l’annuncio che il Canada ha deciso di restituire le turbine destinate al gasdotto russo Nord Stream alla Germania per alleviare la crisi energetica con la Russia, nonostante le suppliche dell’Ucraina di non “sottomettersi al ricatto del Cremlino”. Le turbine sono attualmente nelle officine del Gruppo Siemens vicino a Montreal, in Quebec. “Il Canada concederà a Siemens un permesso revocabile e limitato nel tempo per consentire alle turbine Nordstream 1 riparate di tornare in Germania, supportando la capacità dell’Europa di accedere a energia affidabile e conveniente”, ha affermato il ministro delle risorse naturali del Canada, Jonathan Wilkinson, che ha aggiunto: “Senza la necessaria fornitura di Gas naturale l’economia tedesca avrà difficoltà molto significative e gli stessi tedeschi potrebbero non essere in grado di riscaldare le loro case con l’avvicinarsi dell’inverno”.
Contemporaneamente il Canada ha annunciato che imporrà nuove sanzioni contro la Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina: lo rende noto in un comunicato la ministra degli Esteri del Paese, Melanie Joly. Le nuove sanzioni, si legge nella nota pubblicata sul sito del Governo, rafforzeranno quelle già in vigore nei settori chimico, petrolifero e del gas, e verranno estese al settore della produzione industriale. In particolare, colpiranno tra l’altro la produzione di computer, apparecchiature elettroniche ed elettriche e macchine utensili.
La faccenda delle forniture di gas preoccupa da mesi tutta l’Europa, nonostante si tratti di un fermo temporaneo, il prezzo al mercato del Tfl di Amsterdam continua a schizzare. Attualmente si trova a 175 euro a Megawattora, proiettato al massimo storico segnato il 7 marzo scorso, quando aveva chiuso a 226 euro dopo un picco di 345. Tra gli addetti ai lavori, c’è chi teme che il flusso del gas da Mosca possa non riprendere più, o che duri quantomeno più del previsto. Pur essendo Berlino quella che sconterà di più lo stop, anche l’Italia si prepara a nuovi possibili effetti. Lo stoccaggio del gas minaccia di costare sempre di più e nei prossimi mesi il governo potrebbe trovarsi a fare i conti con l’aumento dei prezzi, e quindi delle bollette. Da settimane i ministri lavorano a un piano per il razionamento: “La crisi energetica è gravissima”, ha dichiarato ieri, 9 luglio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. “I rischi, a proposito di benessere, sono altissimi per l’inverno, se il gas russo dovesse fermarsi”.
In questo scenario la Commissione Europea è già a lavoro per un piano. “Prepariamoci a nuovi tagli di gas da parte di Mosca, e anche a un’interruzione completa delle forniture”, dice la presidente Ursula von der Leyen. Bruxelles presenterà tra poco più di una settimana un piano di strategia unitaria, che servirà per coordinare i piani nazionali di emergenza dei 27 Paesi membri, e anche gli eventuali razionamenti di energia. L’obiettivo è quello di lavorare per far arrivare il gas lì dove ce ne sarà più bisogno.
© Riproduzione riservata