Gaza, domani la risposta di Hamas sul cessate il fuoco. Da Israele: “Accordo sugli ostaggi o entriamo a Rafah”

Domani potrebbero esserci sviluppi per il futuro di Gaza e del conflitto tra Israele e Hamas. La delegazione dell’organizzazione terroristica palestinese, “guidata da Khalil al-Hayya”, andrà in Egitto e “darà la risposta del movimento alla proposta israeliana durante un incontro con funzionari dell’intelligence egiziana”. Parole di un funzionario di Hamas che quindi sposta a domani il giorno in cui si saprà qualcosa.

Israele, approvati i piani per operazione a Rafah

Intanto, però, il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha approvato “i nuovi piani” per il proseguimento della guerra a Gaza, anche in previsione di una possibile imminente offensiva di terra a Rafah. A farlo sapere è stato lo stesso esercito israeliano, dopo una riunione in cui era presente anche il comandante del Fronte del sud delle Israel Defence forces, il generale Yaron Finkelman.

Israele, accordo sugli ostaggi o operazione a Rafah

L’operazione su Rafah è ancora incerta. Da Israele arrivano messaggi diversi in merito. Al Times of Israel, una fonte israeliana ha sottolineato come “l’unico modo per evitare l’ingresso a Rafah” sia quello di “raggiungere un accordo sugli ostaggi”. “Nessuno vuole che Israele entri a Rafah” ha aggiunto la fonte anonima, secondo cui c’è un’enorme pressione internazionale su Tel Aviv per scongiurare l’operazione e che Israele ha fatto “grandi concessioni”, venendo incontro alle richieste dei palestinesi.

Così come Tel Aviv ha ascoltato le preoccupazioni degli Stati Uniti, almeno secondo quanto detto dal portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby. Lo stesso portavoce ha evidenziato il fatto che Israele abbia iniziato a rispettare gli impegni presi con gli Usa, in primis con il presidente Joe Biden, rispetto alla concessione degli aiuti nel nord di Gaza.

Anche il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz ha parlato di Rafah e del salvataggio delle decine di ostaggi che sarebbero ancora vivi, nelle mani di Hamas. “Entrare a Rafah è importante nella nostra lunga campagna contro Hamas, ma il ritorno degli ostaggi catturati il 7 ottobre è di importanza molto più grande”, ha detto Gantz.