Nel “Si&No” del Riformista spazio alla nomina nel Cda del Teatro Piccolo di Milano di Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Giusta la sua nomina? Favorevole il direttore Andrea Ruggieri secondo cui “essere “figli di” non è un quid pluris ma neanche una penalizzazione”. Contrario invece il giornalista Mario Alberto Marchi che condivide le parole del sindaco di Milano: “Ha ragione Sala, servono competenze e maturità culturale“.

Il commento di Andrea Ruggieri

Premessa. Non ho mai conosciuto in vita mia Geronimo La Russa, figlio del Presidente del Senato Ignazio. Non ho quindi alcun motivo per difenderlo. Né ne conosco profondità e qualità del curriculum vitae. Ma penso che le persone si debbano valutare per il loro lignaggio intellettuale, culturale, professionale, e per le loro capacità dimostrate nel giorno per giorno della professione che svolgono. Anche, persino se sono figli del Presidente del Senato. Io questo principio lo applico da sempre, e per me vale nei confronti di chiunque: figlio e nipote del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, occupano importanti incarichi, ma so benissimo quanto siano bravi. Il figlio di Piero Angela si è rivelato quasi più bravo del padre Piero, con cui è addirittura andato assieme in onda, ai suoi esordi; Paolo Maldini è diventato superiore a suo padre Cesare, e potrei continuare molto a lungo citando diversi campi delle professioni e delle arti italiche.

Essere ‘figli di’ non è un quid pluris, né una penalizzazione. Quando si postula che tutti devono avere le stesse possibilità, questo riguarda anche i ‘figli di’. Che devono solo dimostrare, almeno quanto gli altri, di essere bravi. Fine del discorso.
A nessuno infatti, salvo a qualche frustrato perennemente invidioso a tal punto da essere cieco riguardo al talento altrui, è mai saltato in mente di dar loro dei raccomandati alle persone che elencavo tre righe fa.
Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, invece da due giorni eccepisce sulla nomina di Geronimo La Russa nel Cda del teatro Piccolo (incarico peraltro a titolo gratuito, quindi foriero solo di rotture di scatole, presumibilmente), usando argomenti vaghi e contraddittori, ma allusivi. Prima era un problema di storia personale. Quale storia personale? Geronimo La Russa è un giovane avvocato che ha avuto già una serie di incarichi da cui non mi risulta siano scaturite catastrofi. Poi, oggi, arriva un consiglio quasi paterno: “Ha già tanti incarichi, rischia di non rimanere simpatico ai milanesi”. Ah quindi il Sindaco si pone a tutela dell’immagine di Geronimo. Quanta premura. Ovviamente al ribasso, secondo la logica del: “Fingiti un po’ più sfigato, altrimenti qualcuno si ingelosisce”. Ma per favore. Certo, l’immagine veicola un significato e, intende forse Sala, essere figli del Presidente del Senato impone misura anche nell’accedere a certi incarichi. Altrimenti la gente può equivocare. Singolare considerazione. Ma che sarebbe più vicina al vero. Cioè che il problema di Geronimo è nel suo cognome.

La vera questione secondo me risiede nel merito del personaggio. È in grado o meno di ricoprire quell’incarico? Il resto sono chiacchiere.
Quindi, delle due l’una: o il Sindaco Sala si spinge a dire chiaro e tondo che secondo lui Geronimo La Russa non è all’altezza per ragioni di merito, o smette di giraci intorno in maniera allusiva. Essere figli di qualcuno non può essere ne privilegio ne colpa, e la nemesi per fortuna non esiste. Oppure, ancora, ci dica che è un problema perché’ essendo figlio del Presidente del Senato di destra, egli presume che anche Geronimo sia di destra. E con ciò? Non si può essere nel Cda del Piccolo se si è di destra? Lo troverei un filo discriminatorio. Propongo dunque un armistizio: essendo Sala fissato con le biciclette (ormai Milano è una città dichiaratamente contro le auto, e ostaggio dei ciclisti), Geronimo si presenti da lui rigorosamente in bicicletta e con in mano uno Spathiphyllum, il giglio della pace. Fungerà da calumet e la smetteremo di doverci occupare della famiglia La Russa, su cui insomma mi pare si stia un po’ esagerando.