Ergastolo. Un giovane italiano è stato condannato all’ergastolo in Egitto per possesso di marijuana. Il caso di Giacomo Passeri era salito agli onori delle cronache un mese fa e oggi è arrivata la notizia della condanna a suo carico da parte di un tribunale al Cairo. “Siamo ancora sotto choc: ci hanno comunicato che mio fratello è stato condannato all’ergastolo, con 25 anni da scontare in Egitto”, ha affermato Andrea Passeri, il fratello del giovane pescarese arrestato un anno fa circa in Egitto per possesso di droga. A nulla è servito l’allarme sulle condizioni di Giacomo e il suo sciopero della fame per protesta contro il trattamento ricevuto in carcere e per come stava andando avanti il processo. È un altro caso diplomatico tra Italia ed Egitto, dopo quello di Giulio Regeni e di Patrick Zaki.

Giacomo Passeri condannato all’ergastolo in Egitto

Dopo la notizia della condanna all’ergastolo, il deputato di Avs Marco Grimaldi e il segretario regionale di Sinistra Italiana Abruzzo Daniele Licheri hanno chiesto un intervento immediato del governo italiano. Per i due esponenti politici si tratta di “una vicenda dai diritti umani negati. Abbiamo visto la vicenda Regeni, la vicenda Zaki, non ci fidavamo di chi diceva che in Egitto andava tutto bene. È stato detenuto senza traduttori, sottoposto a un interrogatorio senza avvocati. Non c’è bisogno di sapere di che cosa Luigi Giacomo Passeri sia stato accusato“.

Chi è Giacomo Passeri, l’italiano in carcere in Egitto per possesso di marijuana

Giacomo Passeri è un ragazzo italiano di 31 anni, arriva da Pescara ma da qualche tempo, prima del suo arresto in Egitto, viveva a Londra. Quasi 11 mesi fa è stato arrestato da due poliziotti mentre era in viaggio in Egitto, era il 23 agosto del 2023. Secondo la sua famiglia è accusato di possesso di una piccola quantità di marijuana per uso personale. La polizia egiziana, in realtà, lo accusa di cose più gravi: detenzione e traffico di stupefacenti, di far parte di una piccola rete di spaccio.

Chi è Giacomo Passeri, le condizioni nel carcere in Egitto: torturato

Passeri ha scritto alcune lettere per denunciare lo stato in cui versa in carcere. Dice di essere stato “torturato“, di essere stato “rinchiuso per ore in una cella piena di feci, urine, scarafaggi, con le manette talmente strette da non far più scorrere il sangue nelle dita”. Poi ancora in un’altra cella con “12 detenuti accusati di omicidio, tentato omicidio“. Il 31enne è stato anche operato d’urgenza per appendicite e “abbandonato senza cure per giorni”, con gli agenti che gli “tiravano acqua addosso”, lo “minacciavano in arabo“. Una situazione insostenibile, “se non fosse stato per il medico che diceva basta non so come andava a finire. Che incubo che sto vivendo, fratello mio”. Del suo arresto la famiglia lo ha saputo solo settimane dopo, quando Passeri non è tornato a Londra e allora si sono messi a cercarlo. Oggi la condanna all’ergastolo.