Disposto un nuovo giudizio del Riesame
Giancarlo Pittelli non deve tornare in carcere, la Cassazione stoppa Gratteri

Giancarlo Pittelli non deve tornare in carcere. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, disponendo l’annullamento con rinvio ad una diversa sezione del Tribunale del Riesame dell’ordinanza che disponeva la misura cautelare in carcere per l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia.
A chiedere che Pittelli tornasse dietro le sbarre era stata la Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. L’avvocato Pittelli sarebbe stato colpevole di aver inviato una lettera al ministro per il Sud Mara Carfagna mentre era ai domiciliari, chiedendole di interessarsi della sua vicenda giudiziaria.
Pittelli, l’avvocato calabrese detenuto da ormai quasi tre anni perché imputato nel processo “Rinascita Scott”, in corso nell’aula bunker di Lamezia, era stato ricondotto in carcere nel dicembre 2021 dopo la scoperta della raccomandata alla Carfagna, in violazione degli obblighi imposti dal regime detentivo dei domiciliari, quello di non avere rapporti con l’esterno tranne che con le persone con le quali si coabita.
In particolare la segreteria del ministro aveva inviato la missiva all’ispettorato di Palazzo Chigi che, a sua volta, l’aveva trasmessa alla Squadra mobile di Catanzaro che aveva informato dei fatti la Procura della Repubblica di Catanzaro diretta da Gratteri. I magistrati della Dda avevano quindi inviato la raccomandata al Tribunale di Vibo Valentia, chiedendo l’aggravamento della misura cautelare.
A febbraio quindi la decisione dello stesso tribunale di Vibo Valentia, ma con una diversa composizione, aveva accolto la richiesta dei legali difensori di Pittelli, Guido Contestabile e Salvatore Staiano, ripristinando i domiciliari per l’ex senatore.
Uno smacco per Gratteri e i suoi, con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che aveva immediatamente presentato appello al Riesame, che ad aprile aveva accolto il ricorso. Nell’accogliere il ricorso il Riesame (presidente Filippo Aragona, a latere Sara Mazzotta e Roberta Cafiero) definendo l’ordinanza di scarcerazione come affetta da “vizi di logicità, ragionevolezza e coerenza argomentativa”. I giudici avevano infine anche stabilito che “nel momento in cui la presente decisione diverrà definitiva, nei confronti di Pittelli Giancarlo venga ripristinata la misura della custodia cautelare in carcere”, considerando scontato il giudizio degli ermellini.
Ma la Cassazione non ha convenuto con i giudici del Riesame, consentendo all’avvocato di restare ai domiciliari.
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