La top 11 dell'ex calciatore e allenatore sardo
Gianfranco Zola e il suo legame con Maradona: “Una fortuna averlo incontrato”

“Prima Maradona, poi Gianfranco Zola”, cantavano i tifosi del Napoli. Quella era una squadra reduce dal punto più alto della sua storia – due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa, una coppa Uefa, tra il 1986 e il 1990 – e orfana del Pibe de Oro. Toccò proprio a Zola, il fantasista sardo, caricarsi sulle spalle l’eredità da leader tecnico dell’argentino. E proprio del suo legame con il Napoli, dove ha giocato fino al 1993, e con Maradona è tornato a parlare in un’intervista a Repubblica.
“Aver incrociato Maradona — che ricami con Careca — è stata la mia fortuna”, ha confidato nell’intervista Zola, oggi allenatore. Per lui 105 partite in azzurro e 32 gol. Poi una carriera internazionale, con la stagione di un grande Parma e poi l’Inghilterra con il Chelsea. Fino al ritorno in Sardegna, al Cagliari, dove ha chiuso la carriera nel 2005. Una lunga carriera lungo la quale ha incontrato molti altri campioni. “Maldini e Roby Baggio: unici. In un’amichevole per beneficenza ho giocato con Ronaldinho e Iniesta, stratosferici. Mi sarebbe piaciuto duettare con Cristiano Ronaldo, un marziano. Meglio lui o Messi? È come dover scegliere tra Marilyn Monroe e Carla Bruni… Mi sarei divertito a giocare con entrambi”.
Zola ha anche stilato una sua top 11. Anzi una rosa, perché completa anche di panchina. “La mia top 11: Buffon, Ferrara, Baresi, Desailly, Maldini, Lampard, Albertini, Di Matteo, Maradona, Roby Baggio e Careca. In panchina, io con Peruzzi, Benarrivo, Francini, Poyet, Wise, Casiraghi, Vialli e Asprilla. Allenatore Nevio Scala e Arrigo Sacchi”.
Sul ritorno in campo e la ripresa delle attività: “Si riparte con le condizioni giuste, la salute prima di tutto. Serve equilibrio, vanno seguite le indicazioni mediche e del governo. Ma una delle industrie più importanti del Paese deve ridare divertimento e coraggio agli italiani. La passione aiuta anche in questi casi”.
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