Stava facendo snorkeling a circa 50 metri dalla riva, in uno dei tratti più suggestivi della barriera corallina. Ad attaccare e uccidere Gianluca Di Gioia, il 48enne turista italiano in vacanza a Marsa Alam, sul Mar Rosso in Egitto, e a ferire Peppino Fappani, 69 anni, è stato uno squalo tigre, lungo 2,5 metri. E’ quanto emerge dai primi accertamenti delle autorità egiziane sulla tragedia avvenuta il 29 dicembre lungo la barriera corallina. La specie di squalo in questione era stata sottoposta sotto sorveglianza dal ministero dell’Ambiente dopo un incidente simile avvenuto lo scorso anno e che aveva visto protagonista un turista russo.

I tre tipi di squali sotto sorveglianza

L’Egitto fa sapere che sotto sorveglianza erano stati messi tre tipi di squali del Mar Rosso: “il tigre, il mako e l’oceanico“. Dagli accertamenti emerge poi come i due turisti italiani attaccati erano entrati in acque profonde, in una zona dove non è consentito nuotare. L’incidente, secondo la ricostruzione di Naguib Sawiris, uno degli uomini più ricchi d’Egitto, sarebbe stato provocato dalle barche da pesca commerciali dedite a scaricare rifiuti in mare, attirando gli squali.

Il giallo della zona di balneazione

Gianluca Di Gioia era in vacanza Marsa Alam con la famiglia. Originario di Roma, viveva in Francia. E’ stato attaccato domenica mattina, 29 dicembre, “in acque profonde al di fuori della zona di balneazione” riferiscono le autorità egiziane. Intervenuto in suo soccorso Peppino Fappani, residente a Cremona, che è stato ferito dallo squalo. Sulla tragedia la procura di Qusair ha aperto un inchiesta con il tratto di mare dove è avvenuto  l’incidente che resterà chiuso per 48 ore a partire da oggi, lunedì 30 dicembre.

La figlia dell’uomo ferito: “Trascinato sott’acqua dallo squalo”

A raccontare quei drammatici momenti è stata la figlia di Fappani, intervenuta a “Non stop news” su Rtl 102.5. Mio padre “si è avvicinato per prestare soccorso all’altro ragazzo ed è stato trascinato sott’acqua dallo squalo. Ora sta meglio ma è ancora ricoverato. Hanno eseguito la sutura di tutte le ferite riportate, fortunatamente non profonde, e dovrebbe essere dimesso oggi pomeriggio”. Sul tratto di mare dove è avvenuto l’incidente, la donna spiega che “sicuramente le autorità egiziane sono più esperte di noi, mio padre va in Mar Rosso da molti anni e da quello che ho capito si trovava nella zona di balneazione. Quanto si sia spinto per salvare Di Gioia, non glielo so dire e sicuramente staranno facendo gli accertamenti in Egitto. Non sappiamo dove fosse Di Gioia, se in una zona balneabile o no, ovviamente in mare è riuscito poco a rendersi conto di quanto si stava allontanando dalla barriera. Probabilmente se mio padre se ne fosse fregato, non si sarebbe ferito, sicuramente mio padre non si è buttato dal pontile per distrarre lo squalo, in quanto non lo aveva proprio visto”.

 

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