Dice di aver battuto i “supereroi” ma chi negli ultimi tre anni vince altrettanti ori nel salto in alto come può essere definito se non “il saltatore più forte di tutti i tempi“, come ha giustamente rimarcato Stefano Mei, presidente della Fidal? L’impresa di Gimbo resterà nella storia. Con l’oro conquistato ai Mondiali di Atletica leggera di Budapest, in Ungheria, Gianmarco Tamberi ha completato il Triplete nel salto in alto, dopo l’oro olimpico di Tokyo nel 2021 e quello agli Europei nel 2022. A 31anni l’atleta delle Fiamme Oro, originario di Civitanova Marche, ha vinto tutto, entrando nella leggenda dello sport italiano.

Quello iridato, infatti, era l’unico titolo che gli mancava dopo le vittorie alle Olimpiadi, al Mondiale indoor e a due Europei. Il capitano della spedizione azzurra salta 2,36 al primo tentativo e così si impone sullo statunitense JuVaughn Harrison che ci riesce soltanto alla seconda prova. Dietro di loro, con 2,33, il qatarino Mutaz Barshim che con Tamberi condivise l’oro olimpico a Tokyo (2.37). “E’ pazzesco, tutti i sacrifici sono ripagati. In queste manifestazioni so di poter dare il meglio, perché ci sono tanti sacrifici” ha commentato dopo il trionfo.

La grandezza di Tamberi sta anche nella dedica dell’oro, riservata a papà Marco, suo allenatore fino allo scorso marzo prima della separazione segnata anche da forti polemiche (adesso è allenato da Giulio Ciotti. “Mi sono caricato di tante responsabilità – ha detto – non è stato facile separarmi da mio padre. Ho vinto una nuova sfida, è stato un percorso che mi dà energia. Dedico la medaglia a mio padre, con cui non parlo da un po‘”.

Parole che hanno inorgoglito soprattutto la madre, Sabrina Piastrellini: “Un figlio così sarebbe indispensabile per ogni mamma, per tutto quello che è, molto dolce, grintoso, tenace, ha sempre il pensiero anche per le persone meno fortunate. Non ci sono altri aggettivi, per me è adorabile”. Tornando al rapporto con il papà, aggiunge: “Mi ha stupito il fatto che pubblicamente ha dichiarato che la medaglia è anche di suo papà, non me lo aspettavo. Lo ha fatto da vero uomo e – aggiunge – sono contenta per quello che ha dato suo padre”. Parlando del difficile rapporto tra Gianmarco ed il padre Marco, la mamma ha spiegato: “E’ stato un rapporto non facile ma molto produttivo per l’atletica, la tecnica l’ha data il padre, purtroppo i caratteri sono molto simili, non sono uguali, si sono scontrati parecchie volte anche perché si ascoltano poco”. Alla domanda se ha fatto da ‘arbitro’, la signora Piastrellini ha risposto, “quando ero in casa sì”. Poi un auspicio, “io non colpevolizzo nessuno ma speriamo che anche da parte del padre ci sia un momento di apertura”.

 

 

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