Giganti sul web, minuscoli nelle tasse. È il quadro che traccia l’Area Studi Mediobanca in una indagine sui big del settore che nel 2018, a fronte di fatturati miliardari, hanno versato con le filiali italiane al fisco 64 milioni di euro, 5 in più rispetto al 2017: si tratta del 2,7% del loro fatturato a fronte del 2,9% dell’anno precedente.
GLI ACCORDI COL FISCO – A seguito di accordi con le autorità fiscali italiane i giganti del web hanno pagato sanzioni per 39 milioni, 34 milioni in meno del 2017. Tra questi colossi spiccano i 6,2 milioni di euro versati al fisco italiano da Amazon, i 16,5 milioni da Microsoft, i 4,7 milioni da Google, i 3,2 milioni da Oracle, i 5,1 milioni da Booking.com, gli 1,7 milioni da Facebook, i 153 mila euro da Uber e i 20 mila euro da Alibaba.
FATTURATI E RISPARMI – Il fatturato complessivo dei ‘big’ della new economy in Italia è stato di 2,43 miliardi di euro nel 2018, con il settore che vedeva occupate oltre 9.840 unità. La presenza in Italia di questi giganti del ‘WebSoft‘ avviene tramite controllate ubicate per la quasi totalità nelle province lombarde di Milano e Monza – Brianza, con l’eccezione della biellese Bonprix Srl (gruppo tedesco Otto) e della romana Booking.com (Italia) Srl. Gli economisti di Mediobanca stimano che nel periodo 2014-2018 circa la metà dell’utile ante imposte dei giganti del web è tassato in Paesi a fiscalità agevolata – come Irlanda, Singapore e Porto Rico -, con conseguente risparmio fiscale cumulato di oltre 49 miliardi. Si distinguono Microsoft, Alphabet (casa madre di Google) e Facebook per aver risparmiato rispettivamente 16,5 miliardi, 11,6 miliardi e 6,3 miliardi nel 2014-2018.
L’impatto della tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato un tax rate effettivo del 14,1% che altrimenti si sarebbe attestato al 18,1%. Il rapporto evidenzia inoltre che nel periodo 2014-2018 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Apple un risparmio fiscale cumulato che sfiora i 25 miliardi. Per le multinazionali del web il tax rate effettivo è del 14,1%, che sale al 18,1% escludendo i benefici fiscali della tassazione vantaggiosa all’estero. Nel 2018 l’aggregato dei 25 giganti WebSoft ha segnato vendite per 850 miliardi di euro e utili per 110 miliardi, occupando quasi 2 milioni di persone nel mondo. Il mercato sempre più concentrato: nel 2018 i prime tre giganti, Amazon, Alphabet e Microsoft rappresentano circa la metà dei ricavi aggregati. A livello di creazione di valore in Borsa, l’Area studi di Mediobanca calcola un +19,8% di incremento medio annuo rispetto al +3,3% delle multinazionali della manifattura, con le multinazionali di internet, a fine 2018, che valevano oltre otto volte l’intera Borsa italiana e oltre il doppio di quella tedesca.