Il 2023 enologico si apre con una interessante notizia che viene dal mercato del Regno Unito. Secondo l’indagine realizzata da Bibendum, distributore di wine & spirits leader sul mercato Uk, l’emilianissimo Lambrusco sembra destinato a ritornare con grande successo sulla tavola dei consumatori inglesi.

Bidendum ne capisce visto che muove il 15% degli acquisti del settore dell’on trade nel paese tornato a crescere dopo la Brexit con 582 milioni di euro di vino italiano importato nei primi nove mesi dell’anno scorso (+14,9% sullo stesso periodo del 2021). Il sondaggio del grossista britannico racconta che il popolare (sia nel senso di celebre, che nel senso di essere alla portata di tutti) rosso leggermente frizzante e fruttato, originario dell’Emilia Romagna e di una piccola porzione della Lombardia, è ora stabilmente ospite nelle carte dei vini di un ristorante o wine bar di tendenza su cinque nel Regno Unito. 

A quanto pare i principali appassionati di Lambrusco sono i più giovani: ben il 48% dei consumatori tra i 18 e i 45 anni si dimostra intrigato dalla piacevole capacità di accompagnare la convivialità e lo stare insieme. D’altra parte, il Lambrusco – ben al di là della sua fama banale di vino da osteria e da salame – riesce a spaziare nello stile dal secco al dolce e può contare su una grande varietà di vitigni.

Sotto il cappello unico del Lambrusco ricade infatti una famiglia di dodici diverse tipologie di uve a bacca nera. Uve autoctone, il cui uso può essere più o meno esclusivo a seconda delle denominazioni di origine e delle scelte enologiche dei produttori. Si tratta di Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino. 

Nel Regno Unito, per esempio, le espressioni più gettonate sembrano quelle secche realizzate con le uve Salamino o Grasparossa. I consumatori sono conquistati dal Salamino, per la sua capacità di ricordare frutti rossi con note di viola, e dal Grasparossa, per via delle sue note pepate e di ribes rosso. Grande successo, in particolare, per la versione rosata, ma sembra che anche il rosso frizzante possa scalare le classifiche delle preferenze dei consumatori.

Ma il fenomeno non è nuovo. Tutto parte dall’Italia: qui il Lambrusco ha ripreso a conquistare nuovi appassionati, specie tra i giovani, sia attraverso le versioni classiche sia in quelle più innovative. Da qualche tempo, inoltre, il Lambrusco è sbarcato perfino nella mixology. Oltre all’Italia, la Germania e gli Stati Uniti rappresentano i mercati dai volumi più importanti. Tra quelli emergenti da segnalare Asia, Cina, Giappone e Sud America, con il Messico e il Brasile.

Il Lambrusco è tra i vini presenti in più Paesi al mondo, una presenza internazionale che puntiamo a valorizzare”, conferma Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco, che nasce a gennaio 2021 dalla fusione per incorporazione dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano: il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, il Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e il Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc. Negli ultimi tempi il Consorzio unico si è reso così protagonista di un importante lavoro di coordinamento e di promozione.

Non bisogna stupirsi di questo grande ritorno. Il Lambrusco è un universo di sfumature e colori: vini freschi e piacevoli, diverse varietà, differenti territori e diversi metodi di produzione. Un vino schietto secondo la tradizione, ma versatile secondo le esigenze di un consumo contemporaneo. Dal frizzante – che rappresenta oltre il 95% della produzione – fino al Metodo Classico e a quello Ancestrale, dal secco alle versioni amabili, i vini da Lambrusco ben si prestano ad accompagnare un intero pasto dall’aperitivo al dessert e sono capaci soprattutto di valorizzare la dimensione conviviale del bere. 

Nel futuro del Lambrusco uno spazio sempre più importante sarà conquistato dalla spumantizzazione con metodo classico. Qui, a nostro avviso, la denominazione è capace di offrire le sue espressioni più interessanti e idonee a gratificare l’orientamento del gusto contemporaneo. “Da estimatore, enologo e produttore, ritengo che il metodo classico, applicato al Lambrusco, potrebbe portare a risultati inaspettati sia in termini di qualità che di longevità”, assicura Sandro Cavicchioli, enologo e produttore del modenese, grande esperto di bollicine e di uve Lambrusco.

Già alcuni produttori del nostro territorio – continua Cavicchioli – hanno creduto e investito in questa potenzialità, che fa parte della storia e delle origini del Lambrusco, prodotto originariamente – prima dell’arrivo dell’autoclave – proprio con rifermentazione in bottiglia. È una strada che potrebbe contribuire ad elevare, in prospettiva, il posizionamento dei vini Lambrusco”. La spinta alla sperimentazione sul territorio è oggi portata avanti soprattutto da giovani produttori. Visione, entusiasmo ed energia sono la base di progetti originali in grado di valorizzare le bollicine del Lambrusco ed esplorarne anche il potenziale evolutivo. La nuova generazione riunita nel Gruppo Giovani può fare tesoro di una grande esperienza internazionale: ha viaggiato, visitato le migliori zone vitivinicole del mondo e assaggiato i vini degli altri. Oggi sono pronti per portare idee e iniziative e per raccontare a tutti la capacità del Lambrusco di incontrare il gusto contemporaneo.

E per finire due proposte di Lambrusco Metodo Classico per rappresentare un movimento sempre più interessante:

VentiVenti Rosé Spumante Brut Metodo Classico Lambrusco Modena Doc – Cantina VentiVenti 

Il Metodo Classico è un metodo che rappresenta bene la cantina VentiVenti, sita a Medolla in provincia di Modena, e che è stato abbracciato fin dal primo giorno in diverse espressioni. In questo caso abbiamo uno spumante realizzato con uve Sorbara in purezza proveniente da vigneti di proprietà su terreni argillosi. Il colore è rosa tenue. Ricco di raffinati aromi varietali di frutti rossi e petali di rosa. La delicata complessità originata dalla spumantizzazione esprime note di orzo, nocciola e frutta secca. In bocca è avvolgente e gustoso, caratterizzato da una incisiva mineralità bilanciata dalla giusta cremosità. La bollicina esalta la freschezza tipica del Sorbara.

Settimocielo Vsq Lambrusco Grasparossa Dop Rosè Brut Metodo Classico – Cantina Settecani

Tra i primi metodo classico da uve Lambrusco Grasparossa, Settimocielo ha origine a Puianello, a oltre 425 metri slm, dal vigneto più alto del comune di Castelvetro di Modena dove sorge la Cantina sociale Settecani: un autentico single vineyard di alta collina con oltre vent’anni di età. L’esposizione a Nord-Est e l’ottima escursione tra giorno e notte, insieme alla composizione dei terreni donano uve perfette per realizzare uno spumante metodo classico di grande espressività. Coniuga intense note fruttate di visciole e piccoli frutti che lasciano poi spazio a delicati tocchi floreali e incisive sfumature agrumate. Acidità e sapidità si fondono in un sorso equilibrato e dinamico.

 

Journalist, author of #Riformisti, politics, food&wine, agri-food, GnamGlam, libertaegualeIT, Juventus. Lunatic but resilient