Dopo la Siria, il Libano e lo Yemen, la crisi di Gaza rischia di allargarsi anche alla vicina Giordania, dove è forte la presenza dei gruppi islamici palestinesi. Amman è stato da sempre luogo di rifugio sia per i 2 milioni di palestinesi che vi risiedono, molti dei quali simpatizzanti di Hamas, sia per i siriani fuggiti dalla repressione del regime della famiglia Assad.

Le elezioni

Nonostante la calma apparente che si registra nel regno hashemita, si susseguono i tentativi – in particolare dei Fratelli musulmani – di influenzare le politiche nazionali con la speranza di assumerne il pieno controllo. Questo è quanto accaduto in questi giorni, quando le autorità di Amman hanno sgominato una cellula terroristica che aveva l’obiettivo di sovvertire l’ordine costituito in Giordania. Nonostante un comunicato diffuso in fretta e furia per prenderne le distanze da parte del gruppo islamico, in fase di indagine i membri della cellula hanno confermato la loro affiliazione alla Fratellanza Musulmana. La tv Al Arabiya ha trasmesso le confessioni video degli accusati di aver fabbricato missili in Giordania, nonché di aver effettuato reclutamenti, addestramenti e usato droni. Nelle registrazioni, i 16 individui fermati hanno confessato le loro attività illegali e i loro piani contro la sicurezza nazionale, confermando la loro affiliazione alla formazione islamica pan-araba.

La ricostruzione

I video trasmessi dall’Intelligence giordana includevano 8 imputati principali, tra cui 3 coinvolti nel caso legato alla fabbricazione di missili, uno accusato di reclutamento, due nel secondo caso di reclutamento e altri due nel caso di fabbricazione di droni. L’imputato nel caso di fabbricazione di missili, Abdullah Hisham Ahmed Abdel Rahman (nato nel 1989), ha spiegato che il suo rapporto con la Fratellanza, organizzazione illegale nel regno hashemita, è iniziato nel 2002, quando si trovava nelle scuole, nelle moschee e durante le attività. Abdullah ha ammesso che un membro della Fratellanza di nome Ibrahim (Ibrahim Mohammed è sotto processo presso la Corte per la sicurezza dello Stato) gli ha proposto l’idea di produrre missili in Giordania nel 2021, con l’imputato Abdullah responsabile della costruzione delle strutture metalliche, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa giordana Petra. Ha affermato di aver accettato l’offerta e di cercare qualcun altro che potesse aiutarlo. Ha quindi scelto un parente di nome Moaz Al-Ghanem. Ibrahim ha chiesto loro di recarsi in Libano, dove hanno incontrato un funzionario dell’organizzazione che si stava occupando dell’intero caso. Abdullah ha affermato che lui e Moaz sono stati sottoposti a un controllo di sicurezza durante la loro visita a Beirut (test della verità), prima che venisse loro chiesto di tornare in Giordania, dove Ibrahim è stato informato dei dettagli e, dopo un certo periodo di tempo, gli è stato chiesto di visitare nuovamente il Libano; loro (Abdullah e Moaz) hanno incontrato il responsabile dell’organizzazione e hanno ricevuto una formazione sull’uso del tornio manuale.

Il corso e l’addestramento

Gli imputati hanno dichiarato di essere stati accolti a Beirut e condotti in un tornio (un garage in un edificio) in cui erano presenti torni manuali e tecnici. Successivamente hanno seguito un corso in cui hanno imparato a lavorare sulle macchine, oltre a produrre oggetti simili a quelli che avrebbero prodotto in Giordania. Ha sottolineato che, una volta terminato l’addestramento, sono tornati in Giordania. Abdullah ha spiegato che il responsabile dell’organizzazione a Beirut ha chiesto loro di fornire l’attrezzatura e di allestire un’officina per iniziare i lavori. In quel periodo avevano affittato un magazzino in Giordania e avevano iniziato a procurarsi materiali e attrezzature semplici disponibili nel Paese, mentre Ibrahim dava loro denaro. Gli ha anche fornito un telefono per comunicare con il responsabile dell’organizzazione a Beirut. Una parte del denaro era stata messa da parte anche da Mohsen Al-Ghanem (zio dell’imputato Abdullah) in uno dei Paesi da lui frequentati; da lì era solito trasferire loro il denaro.