L'ammissione del Ministro
Giorgetti sveglia Meloni e Salvini: “La prossima manovra sarà complicata. Pensioni? Con questa denatalità…”

Dopo mesi di promesse, che seguivano quelle già fatte in campagna elettorale, il governo Meloni giorno dopo giorno sta realizzando che le risorse per la prossima Manovra saranno assai limitate. Il Riformista è da settimane che lo scrive (all’appello mancherebbero circa 30 miliardi), adesso anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, forse l’esponente più equilibrato dell’Esecutivo a trazione populista, lo conferma, annunciando che si profila una stagione autunnale che non sarà di certo una passeggiata.
Dopo il vertice dello scorso weekend tra Meloni e Salvini in Puglia, tocca a Giorgetti il bagno d’umiltà: “Nulla è gratis, quando si fa debito o deficit dobbiamo sempre pensare anche al discorso della sostenibilità. Quindi come governo ci approcciamo a una legge di bilancio che sarà complicata. Certo, tutte le manovre lo sono, lo è stata anche quella dell’anno scorso. Siamo chiamati – poiché facciamo politica – a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita. Questo è l’indirizzo” ha chiarito Giorgetti in videocollegamento al Meeting di Rimini.
La mazzata arriva sul tema delle pensioni che risentono della denatalità: “Se riflettiamo sulla crescita economica o sullo sviluppo è opportuna l’aggiunta del termine sostenibile, lo sviluppo sostenibile oggi è normalmente declinato sotto l’aspetto ambientale che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi“. Poi lancia un appello all’Europa: “Spero che l’Unione, che ha completamente cambiato paradigma rispetto al passato, non faccia ripartire dal gennaio 2024 la clausola del Patto di stabilità e crescita”.
Il riferimento è “situazione eccezionale in cui siamo: non possiamo tornare a delle regole che ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese verso queste grandi trasformazioni che stiamo vivendo. La posizione negoziale dell’Italia è chiara: noi non facciamo un problema di debito o mancata riduzione del debito, ma vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti”. Giorgetti ribadisce che “siamo responsabili, è bene sempre rimarcare questa parola, l’Europa lo sa e l’abbiamo sempre ribadito, anche in termini finanziari: ma questo governo chiede all’Unione di capire il senso della storia, altrimenti diventa tutto molto più complicato e magari anche autolesionista”.
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