Politica
Giorgia guadagna punti, la sinistra aspetta la fase calante. Luna di miele indigesta a Giuseppe Conte

La certificazione arriva dal Monitor Italia di Dire-Tecnè, che tra il 9 e il 10 di aprile ha sondato le opinioni degli italiani e sentenziato che la Premier guadagna punti e si attesta al 46,1% dei consensi nazionali, davanti al Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani che conquista il 39,4%. Si tratta di un dato estremamente rilevante non solo perché annichilisce l’euforia di Giuseppe Conte che aveva parlato di una “piazza”, quella pacifista grillina, sintomatica di un cambiamento di opinione nel paese che non c’è, ma in quanto permette a Giorgia Meloni di smentire i precedenti storici fissati osservando le performance dei suoi predecessori.
La fase calante
Dopo due anni a Palazzo Chigi secondo la tradizione dovrebbe iniziare la fase calante, quella parabola discendente che preclude al tracollo o per lo meno alle prime evidenti difficoltà. Si sa che il governo logora, o almeno così è stato per alcuni, mentre per altri è l’opposto, e pare che a logorarli sia la permanenza all’opposizione. La Presidente del Consiglio infatti non solo consolida il suo consenso personale, ma registra anche un 42% di gradimento per l’esecutivo, il che dimostra non solo la fallacia dei prematuri e viziati vaticini ma dovrebbe interrogare soprattutto chi a Meloni si oppone sul perché il governo e la sua leader continuino a godere della fiducia degli italiani. Così come dovrebbe stimolare la maggioranza di governo a limitare qualche eccesso di politichese che all’elettorato di centrodestra si sa non è gradito.
La strategia di Giorgia
Ancor di più questa crescita del consenso di Meloni, in una fase critica sul fronte internazionale, cristallizza il favore degli italiani al nuovo protagonismo sullo scacchiere globale del nostro paese, così come è evidente che gli italiani si sentano più sicuri con una decisionista come Giorgia al timone piuttosto che con l’inconcretezza personificata in Elly – pausa teatrale – Schlein. Con gli orizzonti incerti, come la storia insegna, i cittadini chiedono guide forti, dirette e capaci di decidere, mentre bocciano i teatrini di una politica utopica, litigiosa e distante. Allo stesso tempo la Premier è riuscita ad incarnare un desiderio insito negli italiani, quello di non seguire apoditticamente scelte e decisioni fatte dagli altri, ma di seguire sempre la bussola di quello che è l’interesse nazionale italiano, facendo sentire forte la voce anche al di là del Brennero.
La luna di miele indigesta
Perché in passato troppo spesso, anche chi sfoggia una memoria selettiva, si è limitato a seguire l’orchestra, piuttosto che dirigerla, e gli italiani, troppo spesso raccontati attraverso gli stereotipi generati per una sorta di auto indulgenza a posteriori, la pensano come il Barone Scarpia di Vittorio Gassman ne La Tosca: “L’onnipotente – e dunque la storia (ndr.) ama i solisti”. Giorgia Meloni non ha la vocazione a seguire, e gli italiani premiano questo nuovo stile, anche gran parte di coloro che non si ascrivono all’elettorato di centrodestra, perché in fondo è insito nell’italianità la reazione al torpore pessimista degli ultimi decenni. Non è un mistero però che la leader del centrodestra goda di una non marginale agevolazione politica: agli occhi degli italiani non ha avversari in grado di costruire ad oggi un’alternativa concreta, capace di interrompere la luna di miele, così indigesta a Giuseppe Conte.
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