Il podcast del direttore
Giorgia Meloni e l’idea del nome sulla scheda elettorale: la partita giocata da protagonista mentre la sinistra balbetta
Il discorso di Giorgia Meloni alla kermesse di Fratelli d’Italia a Pescara fa il pieno sui giornali. Il senso della strategia della Premier è chiaro, ma tutti si appassionano di più alla trovata comunicativa. Ha detto ‘puntate’ sul mio nome, “scrivete il mio nome”, Giorgia, sulla scena, dando così all’elettorato un messaggio chiaro “sono una di voi”.
Una frase che dà e darà l’impronta alla campagna elettorale e che riconosco essere, dal punto di vista comunicativo, un’ottima trovata. Per quanto riguarda la sostanza politica invece, la premier si sta giocando la partita europea e vuole giocarla da protagonista. La realtà è che la Meloni sta inscenando uno spettacolo politico di buon livello – prendo le distanze da ogni tipo di simpatia – con una capacità politica e comunicativa difficile da contestare, mentre i suoi avversari balbettano. La sinistra risponde con slogan triti: vedremo se nei prossimi giorni sapranno dare una forma più consistente alla loro campagna elettorale
Con Macron che punta a fornire l’indicazione del presidente della commissione del dopo voto – sta già lavorando per il nome di Mario Draghi-, pare che anche Giorgia Meloni non voglia restare fuori da questa vicenda.
I temi di giornata
Tra i temi di giornata c’è anche la storia di due uomini che nel dicembre scorso ronzavano attorno all’auto di Giamburno, l’ex compagno della Meloni: non si capisce bene a che titolo fossero lì. È una di quelle storie nostri, misteri insignificanti su cui non si verrà mai a capo. Poi c’è la polemica di alcuni manager che si sono fatti ritrarre sul palco di Fratelli d’Italia con la maglietta della festa, foto a cui si sono sottratti con una cerca scaltrezza Marco Minniti e Claudio Descalzi. E poi c’è l’omaggio di La Russa a Berlinguer, notizia condita sui giornali dai racconti degli incontri segreti tra Almirante e l’ex segretario generale del Partito Comunista Italiano, la standing ovation in fondo è il modo di dire ‘consegnamo la storia al passato’.
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