Il discorso della premier alla Camera dei deputati
Giorgia Meloni: “Mai provato simpatia per il fascismo: leggi razziali il punto più basso della storia italiana”

È arrivata nel discorso alla Camera dei deputati, nella giornata della fiducia al governo di centrodestra, la presa di distanze e la condanna più netta al fascismo da parte delle Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, che ha stravinto le elezioni politiche dello scorso 25 settembre in testa nettamente alla propria alleanza, ha condannato qualsiasi regime autoritario, con particolare riferimento a quello creato dal duce Benito Mussolini in Italia dal 1922 al 1943, e con una fermezza mai così netta.
Sulla provenienza politica di Giorgia Meloni si era scritto abbondantemente negli anni scorsi e in campagna elettorale in Italia e all’estero: da ragazza nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del partito Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, ha fondato il movimento Antenati, responsabile nazionale giovanile di Alleanza Nazionale Azione Studentesca, consigliere per Alleanza Nazionale, dirigente di Azione Giovani prima di diventare deputata e ministra per la gioventù nel governo Berlusconi IV, fondatrice di Fratelli d’Italia. A poche settimane dal voto era stata ripescata un’intervista alla Tv francese in cui dichiarava: “Credo che Mussolini sia stato un buon politico, quello che ha fatto lo ha fatto per l’Italia”.
Fratelli d’Italia negli ultimi anni è stato oggetto di diverse inchieste giornalistiche sul tema. Dalle colonne di questo giornale il direttore Piero Sansonetti aveva invitato Meloni a dichiarare deliberatamente il suo antifascismo. “Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”, ha detto oggi in aula Meloni.
“Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta“.
Già lo scorso 16 ottobre Meloni aveva condannato il rastrellamento del ghetto di Roma: “Il 16 ottobre 1943 è per Roma e per l’Italia una giornata tragica, buia e insanabile. Quella mattina, pochi minuti dopo le 5.00, la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista: donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa. Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini. Un orrore – si leggeva nella nota – che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappiamo essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l’indifferenza e l’odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo“.
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