Il caso Fidanza
Giorgia Meloni: “Non c’è il fascismo nel dna di Fratelli d’Italia, nostalgici sono idioti utili alla sinistra”

Giorgia Meloni rigetta ogni accusa: Fratelli d’Italia e fascismo sono lontani anni luce, non c’entrano niente. Fascismo, nazifascismo, saluti romani da osteria e da parlamento anche europeo, nostalgici e la sinistra che ne approfitta e Fratelli d’Italia che non festeggia il 25 aprile perché “noi siamo lontanissimi dal fascismo, ma una cosa è la storia, altra l’antifascismo militante dell’‘ammazzare un fascista non è reato’, delle violenze di piazza, degli attacchi alle forze dell’ordine, di chi imbratta i monumenti in nome della cancel culture, di chi inneggia alle Foibe, dell’Anpi fatta da persone nate 30 anni dopo la Resistenza e che chiedono lo scioglimento di FdI. Questa è battaglia politica, non è storia”. Un fiume in piena in un’intervista a Il Corriere della Sera. Qualche dubbio, comunque, diciamo che resta.
Su quello che molti sondaggi danno come il primo partito d’Italia è esploso il caso dell’inchiesta sull’eurodeputato Carlo Fidanza su presunti finanziamenti illeciti e legami con gruppi di estrema destra realizzata da Fanpage, Lobby Nera, e mandata in onda dalla trasmissione di Corrado Formigli sul La7 Piazza Pulita. Per due puntate. La seconda con vibrante scontro tra il giornalista conduttore e Guido Crosetto. Per Meloni un’inchiesta che non avrà ripercussioni sul centrodestra. Fidanza intanto si è autosospeso. E la leader rigetta la possibilità di rinunciare a “candidature evocative” come quella di Rachele Mussolini perché “preparatissima” e “competente”.
Dice la leader di Fdi: “Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c’è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro. E non c’è niente nella mia vita, come nella storia della destra che rappresento, di cui mi debba vergognare o per cui debba chiedere scusa. Tantomeno a chi i conti con il proprio passato, a differenza di noi, non li ha mai fatti e non ha la dignità per darmi lezioni”. Meloni fa quindi riferimento al tempismo, poco prima delle elezioni amministrative, dell’uscita dell’inchiesta. E definisce “ridicolo e falso” che il partito sia influenzato o manovrato da gruppi di estrema destra. E che certi personaggi sono stati allontanati da Fdi come prima dal Movimento Sociale Italiano e da Alleanza Nazionale.
“Quella più arrabbiata sono io. Io che ho sempre detto ‘nessuno si azzardi a giocare su certe cose’, che ho allontanato soggetti ambigui, chiesto ai miei dirigenti la massima severità su ogni rappresentazione folkloristica e imbecille, anche con circolari ad hoc. Perché i nostalgici del fascismo non ci servono: sono solo utili idioti della sinistra, che li usa per mobilitare il proprio elettorato. Si è chiesta perché mentre noi marginalizziamo questa gente, la sinistra la valorizza, dandole un peso che non ha mai avuto?”.
Meloni aggiunge che “tornare indietro sarebbe imperdonabile e stupido” e che “quando abbiamo fondato FdI lo abbiamo fatto per guardare avanti, come sempre nella nostra vita. Questo dà fastidio. Volevamo ridare una casa alla destra italiana e allargarla” e che Fdi è scomodo perché “facciamo solo e sempre battaglie di libertà, per la centralità del Parlamento, perché gli italiani possano esprimersi con il voto, perché il popolo conti”. La leader aggiunge inoltre che anche dopo le tesi di Fiuggi la sinistra “non smise di dire che era fascista. Smisero quando tentò di far cadere il governo Berlusconi”. Le leggi razziali? “La pagina più brutta dell’umanità”. Un’intervista piena di spunti, che farà discutere.
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