Pochi giorni fa, sulle colonne del Corriere della Sera, Renata Capotorti, madre di Graziella De Palo, lanciava a Giorgia Meloni l’accorato appello per conoscere la verità sulla scomparsa di sua figlia giornalista scomparsa il 2 settembre 1980 in Libano. Sempre sul Corriere la premier ha risposto “da madre a madre ma anche nella mia responsabilità di Presidente del Consiglio, per assicurarle che farò quanto possibile per consentirle di avere quella verità a cui lei giustamente aspira da oltre 40 anni”.

Oggi la signora Renata Capotorti ha 99 anni e non ha mai smesso di cercare la verità. E ha un solo desiderio: avere una tomba su cui poter piangere la figlia scomparsa. Graziella De Palo scomparve a Beirut il 2 settembre 1980 dove stava lavorando con il collega Italo Toni. Aveva solo 24 anni, non è mai più stata ritrovata. Un mistero, diventato presto un intrigo internazionale. Sul caso era stato apposto il segreto di Stato nel frattempo scaduto. Nel 2019 la Procura di Roma ha aperto una nuova inchiesta e riacceso la speranza nei De Palo. Così da madre a madre la signora De Palo si è rivolta alla premier chiedendo di poter riavere almeno i suoi resti. “Con le poche energie che ancora conservo – ha scritto la mamma della giornalista – perché comprenda l’inconsolabile disperazione di una madre assumendo ogni possibile iniziativa urgente per disvelare finalmente le ragioni dei gravi depistaggi e per individuare almeno il luogo in cui ancora si trovano a Beirut le spoglie della mia povera Graziella”.

Meloni ha risposto all’accorato appello: “Sua figlia Graziella avrebbe potuto essere mia figlia, appassionata del suo lavoro si recò in Libano, allora giovanissima, alla ricerca di notizie utili all’inchiesta che stava realizzando, insieme al collega Italo Toni, pochi giorni dopo la strage di Bologna. Era il periodo più buio della nostra Repubblica, al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, erano seguiti attentati, omicidi e stragi. L’Italia era al centro delle tensioni internazionali e nel contempo colpita più di altri Paesi dai gruppi terroristici”.

“Ora sento il dovere di madre nei confronti delle madri che hanno perduto i loro figli in quegli anni di violenza e terrore, e certamente nei confronti suoi”, ha continuato la premier. Nella lettera Meloni ricorda il lavoro svolto dal Copasir e rassicura: “ho dato disposizione al sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega ai Servizi, di far completare la desecretazione dei documenti restanti, pur se non direttamente collegati alla scomparsa medesima: essi costituiscono la cornice in cui la vicenda si inserisce, con particolare riferimento ai rapporti intrattenuti all’epoca fra Italia e OLP”.

E conclude: “Sono trascorsi 42 anni: un tempo sufficiente per guardare al passato con più equilibrio e serenità, provando a costruire una coesione istituzionale su temi complessi ma ineludibili. Quell’estate del 1980 la Sua Graziella aveva solo 24 anni. Una giovane giornalista con la passione per la verità. Per Lei e per i Suoi familiari, per la nostra stessa comunità, dovremmo coltivare quella stessa passione”.

Chi era Graziella De Palo

Nata a Roma il 17 giugno 1956, Graziella De Palo, giornalista, aveva iniziato presto a lavorare nell’agenzia di stampa Notizie Radicali dove aveva conosciuto Italo Toni. Nel 1980 era stata assunta da Paese Sera con l’incarico di seguire le inchieste sui servizi segreti. Il 22 agosto i due partirono per Damasco per poi proseguire verso il Libano e nei campi profughi palestinesi. Il viaggio era stato organizzato da un rappresentante dell’Olp a Roma. Il primo settembre i due si presentarono all’ambasciata italiana a Beirut e comunicarono di voler andare al Castello di Beaufort. Chiesero di essere cercati se non fossero tornati entro tre giorni. La mattina dopo i due scomparvero nel nulla.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.