A Palazzo Brancaccio
Giorgia riunisce i suoi, la cena delle beffe di Fratelli d’Italia con vista su un rigido autunno
lo spirito di gruppo è tutto per questi compagni di scuola un po’ attempati, che arrivano a Palazzo Brancaccio, con le auto blu, le moto ed anche con il monopattino. Selfie di gruppo e tanti sorrisi, ma dietro le maschera i sondaggi sono in flessione
Che lì per lì molti degli invitati hanno pensato, oddio è la cena dei compagni di classe trent’anni dopo, con l’immancabile foto dei vecchi ragazzi davanti alla scuola.
Un po’ come nella canzone di Antonello Venditti, “ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?”. Invece era la cena con Giorgia Meloni, anche se a giudicare dagli abiti, sembravano esserci entrati tutti in banca. E poi a Colle Oppio, esattamente nello stesso luogo dove tutto è cominciato. Ovvero non proprio lo stesso, perché poi l’effetto Amarcord avrebbe intristito i presenti, per dire nessun banchetto nella storica sede di via delle Terme di Traiano, vera e propria Silicon Valley dei Fratelli, il primo garage dove la giovane Giorgia cominciò ad assembrare i pezzi della sua macchina da guerra.
I tempi sono cambiati, la location giusta oggi è Palazzo Brancaccio, che si presenta così sul web: matrimoni da favola, ricevimenti indimenticabili. In pratica come la cena in formato nostalgia di Fratelli d’Italia, ministri, sottosegretari, cognati, parlamentari, e soprattutto lei, che passa da tavolo a tavolo, per incoraggiare i suoi ‘pulcini’.
In tempo per il dessert, arriva anche il Presidentissimo del Senato, Ignazio La Russa, che di questa squadra è stato un po’ l’eterno allenatore in seconda. 40 euro a testa, ma vuoi mettere l’emozione di prendere un prosecchino con la leader in giardino, e di ascoltare il suo richiamo alle origini. “Mi mancate”, ha detto ad un certo punto la premier, rivolta proprio agli oltre duecento ospiti attovagliati al ‘matrimonio’, che poi per molti sarebbero più propriamente, almeno nozze d’argento.
E quindi, non a caso a Colle Oppio, perché sull’altura che sovrasta il Colosseo, è praticamente nata la storia della destra italiana, prima con il Msi, poi con AN, una sede fondata nel 1946, da profughi istriani e dalmati. Ed è proprio da lì che la giovane animatrice del coordinamento studentesco degli ‘antenati’, inizia la sua ‘cantera’ con un mentore d’eccezione, Fabio Rampelli. L’inventore dei ‘gabbiani’ prima la sostiene candidandola a soli 21 anni al consiglio provinciale, e poi motivandola al congresso di Azione Giovani (la giovanile di Alleanza Nazionale) a Viterbo nel 2004, dove la brava allieva prevale per sedici voti contro lo sfidante Carlo Fidanza. Lei a capo della lista ‘Destra protagonista’, portata oltre che dal coach Rampelli, da Gasparri e La Russa, lo sconfitto con la ‘Destra sociale’ di Alemanno e Storace.
Acqua passata (oggi Rampelli fa la guerra alla Meloni), i problemi sono altri, Fratelli d’Italia deve serrare le fila in vista della ripresa, che si preannuncia particolarmente dura. Per questo la cena di martedì sera, ‘ricreiamo lo spirito di squadra’, ‘il potere non ci cambierà’, serve a difendersi, nelle prossime settimane, si presenterà infatti la realtà, ovvero una matrigna legge di bilancio, l’Europa e Dio ce la mandi buona con le prossime rate del Pnrr, un alleato famelico come Matteo Salvini, uno alla canna del gas come Antonio Tajani.
Ed i sondaggi, che per la prima volta dall’insediamento subiscono una flessione, per ora innocua, perché non crescono neppure la Lega ed il Pd, intanto però il segnale c’è. L’autunno rigido, quindi, ‘dobbiamo fare come nelle grotte di via delle Terme di Traiano’ dove per la cronaca – per ricaricarsi e dare l’assalto finale – i giovani militanti avevano creato anche una palestra di pugilato. Insomma lo spirito di gruppo è tutto per questi compagni di scuola un po’ attempati, che arrivano a Palazzo Brancaccio, con le auto blu, le moto ed anche con il monopattino (l’intrepido deputato Stefano Maullu). Se Colle d’Oppio è rimasta una contea della destra, è di nuovo assediata: stavolta, però a mettere a rischio i suoi confini, sono le tante promesse vendute in campagna elettorale.
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