Il giornalista Corrado Zunino ferito in Ucraina: “Sfiorato da proiettile che ha ucciso il mio interprete”

Corrado Zunino, inviato di Repubblica in Ucraina dove segue il conflitto giunto al 14esimo mese dopo l’invasione russa, è stato ferito oggi alle porte di Kherson, dopo che l’auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita.

A riferirlo è lo stesso quotidiano, che sottolinea come Zunino sia stato ricoverato all’ospedale civile di Kherson, per una ferita alla spalla.

Sulla vicenda si è espresso anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Corrado Zunino, giornalista di Repubblica, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine”, scrive su Twitter il titolare della Farnesina.

Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al Direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”, si legge ancora nel tweet del ministro.

Maggiore informazioni su quanto accaduto a Kherson sono arrivate, via Twitter, dallo stesso Zunino. Il giornalista di Repubblica ha spiegato di esser stato attaccato mentre era in viaggio da Khersone verso Odessa. “Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press“, il racconto affidato al social del reporter del quotidiano.

Bogdan è il fixer ed interprete di Zunino in Ucraina: l’uomo lascia moglie e figlio, come riporta Repubblica.

Sempre al suo quotidiano Zunino ha raccontato: “Avevo il giubbotto con la scritta Press. Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce“.

La notizia del ferimento di Zunino è arrivata anche nell’Aula del Senato, dove il parlamentare del Partito Democratico Alessandro Alfieri nel corso del suo intervento dopo l’informativa del ministro Fitto sul Pnrr ha espresso “solidarietà Corrado Zunino colpito a Kherson, solidarietà anche al suo giornale La Repubblica”.

Sulla vicenda sono arrivate anche le parole del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ospite di SkyTg24: “Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo“, ha detto il ministro ucraino. Kuleba ha confermato che il collaboratore che accompagnava Zunino è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano“.

A dicembre altri due giornalisti italiani erano stati colpiti da russi in un attacco, sempre a Kherson. Claudio Locatelli e Niccolò Celesti denunciarono di esser stati attaccati “intenzionalmente” dai russi nella città per mesi al centro di feroci combattimenti tra le parti, riuscendo però a fuggire.

Un colpo, raccontava in un video Locatelli, “ha danneggiato l’auto. Siamo rimasti bloccati, sotto tiro, prima di metterci in salvo. Ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio. La macchina è ben segnalata, l’attacco contro di noi, visto luogo e dinamica, è stato intenzionale. Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Nipro, dove si trova l’esercito russo“.