Sei persone al giorno arrestate o denunciate, 1.937 da inizio anno. Tra Napoli e provincia la violenza sulle donne ha un bilancio ben più alto di questi numeri. Perché questi numeri si riferiscono al bilancio dei Carabinieri, ma ci sono anche le denunce e gli arresti eseguiti dalla polizia e ci sono tanti, ancora troppi, casi che non vengono nemmeno denunciati. Il fenomeno della violenza di genere raggiunge, di fatto, proporzioni sempre più allarmanti. Ha quasi sempre il volto di donne umiliate nel corpo e nella mente, ferite o addirittura uccise. Ha la mano di uomini incapaci di gestire i propri sentimenti, di avere rispetto e amore per mogli, madri, figlie.

Ha la forma dei maltrattamenti in famiglia, dello stalking, della violenza sessuale, del femminicidio. Oggi si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere. I carabinieri di Napoli hanno pensato di realizzare un video finalizzato a smuovere le coscienze dei napoletani e dei cittadini in generale, e soprattutto fornire una via di fuga a quelle donne che si sentono oppresse e vessate da un uomo che in realtà uomo non è, convincere le donne che subiscono a denunciare. “Una cella chiamata casa”. Si parte da questa immagine, perché nella maggior parte dei casi è all’interno della famiglia, della casa, che si consumano le violenze. Per fronteggiare il grande sommerso di questo fenomeno, i tanti casi mai denunciati, bisogna rafforzare i sostegni per chi denuncia, per quelle donne che vivono situazioni familiari difficili o che sono indecise e hanno paura di uscire da una storia a senso unico dal finale potenzialmente drammatico.

Il dato sui maltrattamenti in famiglia e sugli atti persecutori che emergeva a luglio scorso era allarmante e quello di oggi, forse, lo è ancora di più. L’allarme arriva anche dal comando provinciale dei carabinieri di Napoli. Il bilancio della loro azione di contrasto alla violenza di genere parla, con riferimento al periodo tra gennaio e la prima settimana di novembre, di arresti e denunce con cadenza quotidiana. Da inizio anno, tra Napoli e provincia, i carabinieri hanno arrestato e denunciato in flagranza di reato e su disposizione dell’autorità giudiziaria 593 persone per atti persecutori, 70 persone per violenza sessuale e 3 persone per femminicidio. Sono 1271, invece, le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia per un totale di 1937 persone. Un fenomeno che registra la triste media (per difetto) di sei persone arrestate o denunciate al giorno. Uomini, mariti, compagni, ex compagni.

Hanno età che variano dai venti ai sessanta e più anni, e alle spalle hanno storie tutte diverse tra loro a dimostrazione del fatto che quello della violenza di genere è un problema trasversale, che riguarda e colpisce tutte le sfere umane, familiari, sociali. Durante la pandemia, poi, il fenomeno ha avuto una rapida impennata per cui ogni giorno decine di telefonate raggiungono il 1522, il numero verde per segnalare violenze di genere e stalking. Un servizio gratuito, attivo 24 ore su 24 e che garantisce l’anonimato. Su questa crescita hanno influito numerosi fattori, non ultimo la maggiore consapevolezza sul fenomeno e sul servizio stesso, promosso con apposite campagne informative. In un report dedicato, l‘istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) ha sottolineato come durante il lockdown sia incrementato il rischio di violenze intime, ossia quelle da parte dei partner.

Una dinamica, riconducibile alla convivenza forzata con il partner violento, che appare confermata dai dati nazionali. E che è verosimilmente sottostimata rispetto al fenomeno reale, dal momento che comprende solo le vittime che si sono rivolte al servizio. A Napoli, per esempio, negli anni dal 2013 al 2019, quindi prima della pandemia, si sono registrate 639,7 chiamate all’anno al numero verde da parte di donne vittime di violenza, mentre sono arrivate a 830 quelle registrate nel solo anno 2021. Una variazione, dunque, del 21%, percentuale che, con il bilancio che sarà fatto a fine 2022, si preannuncia in allarmante crescita.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).