Nella Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBT+, che ogni anno si celebra il 28 giugno, data simbolica anche per i Pride che si celebrano in tante parti del mondo nel mese di giugno, va – tristemente – osservato che è in atto un’offensiva mondiale contro i diritti delle persone LGBT+.

È quanto emerge da un’inchiesta molto dettagliata, condotta a livello internazionale, da “El Pais“. Il quotidiano spagnolo, ha analizzato la situazione in diverse aree del mondo, dall’Estremo Oriente all’Africa.

Ciò che emerge è che all’ascesa dei partiti di estrema destra, all’aumento dei casi di incitamento all’odio, nei paesi democratici si aggiunge un’ondata di estremismo religioso che va a colpire proprio la comunità che, in queste settimane, celebra il Pride Month, il mese in cui in tante città del mondo si tengono i Pride.

Laddove i diritti delle persone LGBT+ stanno avanzando, sia, ad esempio, con leggi che riconoscono il matrimonio fra persone dello stesso sesso o con norme che riconoscono la  nuova identità anagrafica delle persone in transizione, c’è contemporaneamente una reazione più o meno virulenta. Le lotte della comunità che oggi celebra la sua giornata internazionale sono storicamente soggette ad alti e bassi, ma ora quella dinamica sta rapidamente virando verso l’involuzione. E accade in tutto il mondo.

L’offensiva è netta in diversi paesi dell’Unione Europea, dove viene propugnata e supportata da un’estrema destra che ha visto nella limitazione dei diritti della collettività un materiale elettorale e ideologico dirompente. È quel che si è osservato sia in Ungheria che in Polonia, o anche (purtroppo!) in Italia, per la nota vicenda che riguarda i figli delle famiglie omogenitoriali. In Spagna, dove i diritti sono consolidati nella società da quasi due decenni, è in vigore da quattro mesi una delle normative più avanzate al mondo per le persone LGBT+. Ma è proprio questa legge ad essere nel mirino della destra, che ne ha fatto un tema della campagna elettorale.

Nel contempo, nei regimi autoritari e dittatoriali come l’Iran, ogni diversità sessuale viene considerata un reato, finanche punito con la pena di morte.

E ancora, “El Pais” osserva come in 32 dei 54 Paesi dell’Africa l’omosessualità sia vietata, avversata da correnti religiose ultra-conservatrici che prolifica anche in Paesi più tolleranti, come il Senegal.

“Ciò che è veramente nuovo è che sempre più paesi stanno subendo battute d’arresto o situazioni in via di peggioramento, dal punto di vista delle norme”, spiega Julia Ehrt, direttrice esecutiva di ILGA World, l’associazione internazionale di lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali, composta da più di 1.800 organizzazioni di 160 paesi.

“Ci sono paesi che vanno avanti e cambiano la legislazione in senso migliorativo, proteggendo le persone dalla discriminazione e dalla violenza. Ma sempre più territori stanno regredendo”, afferma Ehrt. “La nostra sensazione è che l’ostilità contro le persone LGBT+ stia aumentando”, dice.

Questo fenomeno di battuta d’arresto, secondo Ehrt, ha a che fare, in primo luogo, con i sorprendenti progressi che la comunità ha fatto nell’ultimo decennio, progressi che provocano reazioni avverse. Il caso spagnolo serve da esempio se si guarda a quanto violentemente è stata attaccata la legge in materia. O anche il Brasile, dove le persone in transizione hanno una grande visibilità, con una presenza in aziende e istituzioni e, che, allo stesso tempo, è il Paese che registra più omicidi.

A tutto ciò, secondo l’associazione, si aggiunge l’ascesa di governi più di destra in numerosi Paesi, come in Israele, per esempio, che ha l’esecutivo più a destra degli ultimi anni, e dove molti dei ministri sono apertamente omofobi.

Inoltre, secondo il quotidiano, si osserva una espansione della narrativa conservatrice nel dibattito politico, soprattutto nei paesi occidentali. Infine, nota “El Pais”, si è diffuso l’uso dei diritti delle persone LGBT+ come arma politica da parte dei governi più conservatori.

Una situazione, dunque, che, nella Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBT+, lascia l’amaro in bocca.

 

Alessio De Giorgi

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