In piazza l'associazione 'Giovani promesse' ma il consigliere si prende i meriti
Giovani cancellano scritte per i baby-rapinatori ma Borrelli si prende i meriti: “Ci ha censurati”
Prendersi i meriti di tutto facendo il solito post giustizialista sui social ed evitando di menzionare chi si è svegliato la mattina presto per andare a ripulire realmente quelle scritte inneggianti ai due baby-rapinatori uccisi. Ancora una volta il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli si appropria di battaglie che non ha combattuto in prima linea pur di non riconoscere la presenza sul territorio di altre associazioni che, povere loro, sono colpevoli di non seguire la sua stessa linea politica.
Così Borrelli, che è anche giornalista anche se spesso dimentica o ignora le Carte deontologiche che la categoria è chiamata ad osservare, censura l’associazione “Giovani Promesse“, guidata da un ex scugnizzo di 22 anni, Salvatore Paternoster, che più volta ha chiesto un confronto pubblico con il consigliere regionale ma è stato sempre tacciato come figlio di un pregiudicato. Associazione che insieme ai dipendenti della Coopservice, l’azienda che si occupa della pulizie per Anm, hanno ripulito le scritte apparse giovedì scorso sulla piramide monumentale che si trova all’esterno della stazione della metropolitana di Materdei.
Questa la realtà dei fatti. Quella del mondo dei social vede invece Borrelli pubblicare le foto e intestarsi l’iniziativa cancellando e bloccando chi, sotto al post da lui pubblicato, ha provato a spiegare come sono andate le cose. Tutto inutile: o la pensi come lui o vieni censurato. Per Borrelli è tutto merito suo e del partito che rappresenta. La sua propaganda arriva a non riconoscere anche il contributo di Marcello Cadavero, assessore della II Muicipalità, colui che realmente si è attivato insieme all’associazione di giovani guidata da Paternoster, dal vicepresidente Andrea Capuozzo e dal segretario Raffaele Cosentino.
L’INIZIATIVA – Sono state cancellate in meno di 48 ore le scritte comparse all’esterno della metropolitana di Materdei dedicate a Ugo Russo, 15 anni, ed Emanuele Scarallo, 18 anni, due giovani uccisi in circostanze diverse nel corso di una rapina.
Una iniziativa-lampo volta a ripristinare la legalità e a mandare un messaggio chiaro alle paranze di giovani che ogni giorno, soprattutto la sera, frequentano la zona incuranti delle restrizioni anti-covid. “E’ stata una bravata ma questi ragazzini non vanno condannati a prescindere” spiega Salvatore Paternoster, presidente dell’associazione giovanile che sta provando da qualche anno a riqualificare il territorio facendo i conti con l’assenza, sempre più ingombrante, da parte delle istituzioni cittadine.
Le scritte realizzate dai ragazzini, in corso d’identificazione da parte dei carabinieri che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza presenti all’esterno della stazione, si sono verificate in un periodo storico dove è in corso una operazione interforze, coordinata dal Prefetto di Napoli e che vede protagonista la stessa amministrazione comunale, volta a rimuovere murales, altarini e cappelle votive dedicate a vittime congrue alla criminalità organizzata o dedite ad attività illecite.
CHI ERANO – Ugo Russo ed Emanuale Scarallo sono due giovani uccisi in circostanze analoghe a distanza di sette anni. Entrambi stavano compiendo una rapina. Il primo, originario dei Quartieri Spagnoli, lo scorso primo marzo 2020 quando venne ammazzato da un carabiniere poco più che ventenne che, dopo essersi ritrovato la pistola (poi risultata essere giocattolo) puntata in faccia, ha esploso tre colpi d’arma da fuoco, due dei quali andati a segno e che hanno raggiunto il 15enne al torace e alla nuca. Il secondo, residente in via Fontanelle nel Rione Sanità, ucciso il 13 agosto 2013 insieme al 17enne Alessandro Riccio, dopo essere stato travolto dalla Smart guidata dalla vittima della rapina. Quest’ultimo, Leonardo Mirti, 38 anni, condannato a quasi 9 anni di reclusione per duplice omicidio volontario. Per Ugo Russo, a distanza di un anno, il carabiniere risulta al momento indagato per omicidio volontario.
“I ragazzi che frequentano la piazza hanno tutti tra i 13 e ai 18 anni” osserva Paternoster. “Hanno sbagliato ma vanno aiutato e non crocifissi. Bisogna capire difficoltà e disagi che stanno vivendo in un periodo così difficile come questo dettato dalla pandemia” aggiunge.
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