Dalla viralità sui social alla gogna e agli insulti. In 72 ore la vita di Giovanna Padretti è cambiata per sempre. La titolare della pizzeria “Le vignole” di Sant’Angelo Lodigiano è stata trovata senza vita nel fiume Lambro nel primo pomeriggio di domenica 14 gennaio, tre giorni dopo la pubblicazione dello screen relativo alla recensione omofoba ricevuta sui social della pizzeria e la risposta della Pedretti (“le chiedo gentilmente di non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati”) ripresa da giornali, televisioni e dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli.

Poi i dubbi avanzati dallo chef influencer Lorenzo Biagiarelli e della compagna Selvaggia Lucarelli, “esperta” di tutto ma soprattutto (vedi il caso Ferragni) di beneficenza ingannevole. Da qui le accuse alla titolare della pizzeria di aver inventato tutto per avere un ritorno pubblicitario, nonostante l’attività di ristorazione già dal 2020 ha la pizza sospesa per le persone disabili e la piccola pizzeria godeva di buona salute con i suoi 13 tavoli quasi sempre pieni, sia a pranzo che a cena. Poco importa. Sui social gli influencer sono spietati e per Giovanna il tribunale dei follower cambia idea nel giro di poche ore: ha inventato tutto, via alla shitstorm nonostante gli appelli e le precisazioni (successive) sia di Biagiarelli che della Lucarelli secondo cui non ci sarebbe stato nessun “odio social” ma solo “la ricerca della verità”.

Giovanna Pedretti, figlia a Lucarelli: “Mamma massacrata, ora cerca prossima vittima”

La pensa diversamente la figlia di Giovanna Pedretti che su Instagram replica così a Selvaggia Lucarelli: “L’accanirsi è pericoloso. Grazie ‘signora’ per aver massacrato in via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”. Il commento è alla storia pubblicata da Lucarelli ieri sera, dopo il ritrovamento del cadavere di Giovanna Pedretti, in cui la giornalista denunciava che ”i social sono pericolosi” e osservava che ”la distanza tra l’altare e la polvere è un nanosecondo”. La figlia ha poi rivolto un appello ai giornalisti presenti a Sant’Angelo Lodigiano: ”Siamo assediati dai giornalisti. Andate via. Qualcuno li mandi via”.

Pedretti sentita sabato in questura sul post omofobo

Intanto vanno avanti le indagini della Procura di Lodi e dei carabinieri. Un fascicolo è stato aperto senza ipotesi di reato mentre nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la donna, 59 anni, si era allontanata alle 4 del mattino dall’abitazione per dirigersi a bordo della sua auto, una fiat Panda di colore beige, verso il ponte di viale dell’Autonomia lungo il fiume Lambro, dove è stata poi ritrovata senza vita nel primo pomeriggio. Nell’auto sono state trovate tracce di sangue mentre Pedretti presenterebbe dei tagli sui polsi.  Sabato pomeriggio, 24 ore prima del ritrovamento del cadavere, Giovanna Pedretti era stata sentita in Questura come persona informata sui fatti in merito alla vicenda sulla recensione omofoba e contro disabili lasciata da un cliente dopo essere stato nella sua pizzeria.

Il fascicolo era per istigazione all’odio con gli agenti che stavano cercando di risalire all’identità del cliente protagonista della recensione omofoba. Tutto era nato dalla pubblicazione, giovedì 11 gennaio, dello screenshot di quella recensione, compresa la dura risposta della titoalre, in cui difendeva gay e disabili e invitava il cliente a non presentarsi mai più nel locale. Poi i dubbi avanzati dallo chef influencer Lorenzo Biagiarelli, con tanto di telefonate alla stessa Pedretti, e il ritorno in pizzeria del Tg3 che chiedeva spiegazioni e incalzava la povera 59enne che provava così a difendersi: “Guardatemi negli occhi. Credetemi“. E poi ancora: “Non vorrei essere caduta in una trappola”. Parole che non sono bastate, il tribunale dei social nel giro di 24 ore aveva cambiato nuovamente idea, massacrando di insulti e offese la titolare della pizzeria.

Morte Pedretti, il dolore del Tg3: “Colpiti da tragedia ma no accuse strumentali”

“Tutta la redazione del Tg3 partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa della signora Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano. Come Cdr, visti gli attacchi di alcune forze politiche, vogliamo precisare alcuni punti a tutela della Testata”. E’ quanto si legge in una nota firmata dal comitato di redazione del telegiornale della terza rete Rai. “Il Tg3 – prosegue la nota – ha dato risalto al post della signora Pedretti, in linea con quelli che storicamente sono i temi che contraddistinguono il giornale (la difesa dei diritti dei disabili e delle persone omosessuali), come tutti gli altri organi di stampa – agenzie, tv e siti internet. Post che aveva ricevuto il plauso anche della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. Quando poi, sempre sui social, sono stati sollevati dubbi sulla veridicità della storia, il Tg3 ha ritenuto doveroso, nel rispetto della verità e del proprio pubblico, tornare a intervistare la ristoratrice assicurandole, come facciamo quotidianamente, la possibilità di spiegare e replicare, sempre con toni cordiali e civili. Basta rivedere il servizio nella sua interezza. Fin qui la cronaca dei fatti”. “Il Cdr del Tg3 – conclude la nota – profondamente colpito da questa tragedia e partecipe al lutto della famiglia, non può che respingere fermamente le accuse strumentali mosse alla Testata da esponenti politici di Lega e Fratelli d’Italia. I giornalisti del Tg3 hanno sempre dato e continueranno a dare notizie con scrupolo, sensibilità e serietà in ogni settore. Continueranno soprattutto a fare domande, senza costruire ‘Watergate ai danni dei più fragili’, che sono invece nel Dna della nostra missione di servizio pubblico, e senza gogne mediatiche”.

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