"Agenti front office: sono psicologi, psichiatri, assistenti, medici, familiari"
Giovanni sbattuto in carcere a 85 anni, Ciambriello: “Non è capace di intendere e di volere”
“Giovanni, 85 anni, credo sia il detenuto più anziano d’Italia, non è capace di intendere e di volere ma è dentro per maltrattamenti in famiglia“. Comincia così il video-denuncia di Samuele Ciambriello, garante dei detenuti per la regione Campania, dopo la consueta visita settimanale all’interno del carcere di Poggioreale a Napoli. “Sono stato nel padiglione Firenze dove ci sono diversi detenuti con problemi psichici e credo di aver incontrato il detenuto più anziano d’Italia: Giovanni, 85 anni, non è in grado di intendere e di volere, sta qui da quattro mesi per maltrattamenti in famiglia“.
Sbattuto in carcere a 85 anni, Giovanni “da quattro mesi non riceve visite né telefonate, niente. Non so che dire: si può continuare a utilizzare il carcere come luogo di sicurezza sociale anche in questo caso?” domanda Ciambriello.
“Lo dico – aggiunge – perché ho visto con i miei occhi l’amore, la bontà, l’attenzione degli agenti di polizia penitenziaria, che sono un front-office: devono fare da psicologi, psichiatri, da assistente, da medico, da familiari”. Insomma una situazione ormai fuori controllo, con Dap da una parte e politici e magistratura dall’altra che hanno dimostrato di non essere in grado e di non volere risolvere il problema carcere. Dalla maggiore assistenza richiesta all’interno a pene alternative per evitare di rinchiudere persone anziane o malati.
“Credo che per una serie di reati e soprattutto rispetto anche all’età – sottolinea Ciambriello – occorre liberarsi della necessità del carcere. Che ci fanno in carcere malati oncologici, persone che fanno la chemioterapia, persone con problemi psichici, psichiatrici? Credo che bisogna intervenire dalle piccole cose e a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. Occorre liberarsi dalla necessità del carcere” conclude.
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