Giulia Cecchettin, il preside nega minuto di rumore: “Accendete una candela a casa, nulla da aggiungere ai fiumi di parole”

Il modo migliore per ricordare Giulia Cecchettin, uccisa un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è il silenzio. Non al minuto di rumore ma l’invito a “un piccolo gesto personale, a casa. Chi desidera stasera accenda una candela e la posizioni sul balcone della propria camera, lasciandola consumare sino alla fine. Un segno che ci può ricordare come la vita di Giulia sia stata spenta un anno fa, lentamente, come una candela”.

Giulia Cecchettin, il messaggio del preside agli studenti: “No al minuto di rumore”

Parole di Luca Piccolo, preside del liceo classico Tito Livio di Padova dove la 22enne studentessa si diplomò negli anni passati. Una richiesta quantomai singolare da parte del dirigente scolastico, in un momento storico dove, forse più che mai, la funzione della scuola è fondamentale per educare e formare generazioni di giovani sempre più allo sbando. Piccolo rifiuta così la richiesta del minuto di rumore avanzata da parte degli studenti, in continuità con quanto fatto lo scorso anno da Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che radunò circa 2mila studenti nel cortile del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (Dei) di via Gradenigo dell’Università di Padova per ricordare Giulia Cecchettin. “Non resteremo in silenzio, ma distruggeremo tutto” dove distruggere stava per agitare chiavi, borracce, fischi e tantissimi applausi.

Un’iniziativa che anche nel novembre 2023 andò in controtendenza rispetto al minuto di silenzio all’inizio di ogni lezione avanzato dall’Università di Ingegneria che frequentava la giovane.

Il preside: “Nulla da aggiungere ai fiumi di parole che sono state dette”

Un anno dopo nella note avente come oggetto “in ricordo di Giulia”, il preside del Liceo classico si rivolge così ai suoi studenti: “Cari ragazzi, a un anno di distanza dalla drammatica morte di Giulia Cecchettin, di fronte ai tanti discorsi che avvolgono la giornata di oggi, il nostro Liceo desidera dare una testimonianza significativa”. Per il dirigente scolastico non c’è nulla da aggiungere “ai fiumi di parole che sono state dette. Anzi, proprio perché è necessario interiorizzare questo evento, rielaborare un anno di riflessioni, dibattiti, esternazioni la nostra strada debba essere quella del silenzio. Un silenzio rispettoso di Giulia, della sua famiglia, di tutte le persone che soffrono per questa tragedia”.

“Il silenzio – badate bene – non significa non parlarne tra noi, non confrontarsi in classe, non aprire dibattiti tra studenti e con i vostri professori. Il silenzio – linea che ho sempre mantenuto in quest’anno – significa scegliere di vivere personalmente, nella calma e nella pacatezza la rielaborazione di una tragedia più grande di noi”, scrive il preside nella circolare con oggetto “In ricordo di Giulia”. Da qui l’invito a “un piccolo gesto personale, a casa. Chi desidera stasera accenda una candela e la posizioni sul balcone della propria camera, lasciandola consumare sino alla fine. Un segno che ci può ricordare come la vita di Giulia sia stata spenta un anno fa, lentamente, come una candela”.

Studenti: “Rumore fatto da una quindicina di classi”

Viola Carollo, rappresentante della Rete degli Studenti medi di Padova, spiega che l’iniziativa un minuto di rumore era fissata a mezzogiorno nella scuola superiore. “L’iniziativa era condivisa da tutto il corpo studentesco – spiega a LaPresse – e accoglieva l’invito della famiglia Cecchettin”. Ma “il preside ha invitato alla riflessione, scrivendo, tra l’altro ‘La nostra strada debba essere quella del silenzio’ – afferma Carollo – e ad accendere una candela stasera sul balcone della propria camera”. Nonostante questo, “una quindicina di classi ha fatto il minuto di rumore: professori e ragazzi si sono assunti responsabilità individuali”, sottolinea.