Il femminicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni, e le polemiche sui cattivi esempi che seguono i giovani d’oggi. Era successo lo stesso anche con l’omicidio del giovane Giogiò Cutolo, il musicista 24enne ucciso la scorsa estate a Napoli da un ragazzino di 16 anni in seguito a una lite per futili motivi. Anche tre mesi fa come oggi c’è chi lancia accuse ai rapper, trapper e artisti analoghi rei di cantare la violenza e sminuire il ruolo della donna. All’epoca venne chiamato in causa il napoletano Geolier, pseudonimo di Emanuele Palumbo, oggi le accuse vengono rivolte in modo più generico all’interno mondo della musica trap.

A lanciarle è l’attrice Cristiana Capotondi. “Ma l’avete ascoltata la musica trap? Perché la trap l’ascoltano gli adolescenti. E come viene trattata la donna nella trap? Di cosa ci sorprendiamo dunque se un giovane di 23 anni considera una donna di 22 anni un oggetto tale per cui poi gli toglie la vita?”. Queste le sue parole nel corso di “In altre parole”, il programma domenicale di Massimo Gramellini su La7. A fare i nomi è il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone di Fratelli d’Italia. “Bene ha fatto il governo Meloni, con i ministri Valditara e Roccella e il sottosegretario Frassinetti, ad annunciare un immediato impegno per l’educazione all’affettivita’ nelle scuole. Condivido l’appello di Capotondi: per combattere la mitopoiesi della violenza maschilista – dice ancora l’esponente FdI – bisogna combattere la deriva misogina e sessista dei testi della musica trap e rap, come Sfera Ebbasta o la Dark Polo Gang e tanti altri”.

Musica trap “non è violenza, stanchi del qualunquismo”

Immediata la risposta dei diretti interessati, stanchi delle generalizzazioni. A rispondere sui social alla Capotondi è in primis il rapper napoletano Luché, che su Instagram scrive: “Quanto qualunquismo in classico stile italiano. Come se la donna non fosse mai stata trattata come un oggetto nelle fantasie degli italiani, sin dall’inizio delle televisioni private dagli anni Ottanta a oggi”.

La rivista Esse, giornale di riferimento per il mondo hip hop, sempre su Instagram replica: “Per una volta facciamoci un esame di coscienza come società, invece di dare ancora la colpa al rap”, scrive la redazione della rivista. “E’ chiaro che la rabbia sia tanta per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Ed è chiaro che la richiesta del 50% della società all’altra metà sia totalmente lineare e inattaccabile: “non voltatevi dall’altra parte”.

Rivista che prosegue: “E allora ai bambini sin dalla culla bisognerebbe dire che se in un film vedi qualcosa non è un invito ad emularla. Se in un libro si racconta di un omicidio tremendo non è uno stimolo a replicarlo nella vita reale. Se in una canzone ascolti delle parole non devi prenderle come un messaggio. I Co’ Sang (di cui facevano parte Ntò e, appunto, Luchè) ci parlavano di criminalità ma nessuno ha fatto il criminale perché ha ascoltato loro. A volte si ha la sensazione che a pagare il fallimento delle strutture educative convenzionali (in primis la famiglia, poi la scuola, lo sport e tutto il resto) sia sempre qualcosa che, nella società non ha il ruolo di educare e formare. E quasi sempre la musica e gli idoli che essa produce. Se la musica è nella posizione di “plasmare” ragazzini (posto che questo sia vero), è perché questi non hanno gli strumenti per distinguere i diversi piani. E, anche qui, è colpa di un vuoto imputabile al fallimento di famiglia, scuola e politica. Non si può essere certi che la musica non sia parte del problema. Ma di sicuro è un problema troppo più grande per ridurlo solo a questo”.

Il rapper milanese Niky Savage, che in un suo brano, Clap Clap, dedica un passaggio dalle donne (“ma non fare la suora che te le suono”), va giù duro e nelle storie di Instagram pubblica la foto degli ultimi due responsabili di femminicidi in Italia attaccando: “Mi sono rotto il cazzo di sentire associato a questa merda. “L’avete sentita la musica trap?”, sì ed è meglio di sentire certe cazzate che dite. Guardo ‘ste due facce di merda e vorrei tanto sapere che musica ascoltino, sono sicuro che rimarremmo tutti stupiti! Detto questo, portiamo rispetto alle povere ragazze vittime di queste bestie, e alle loro famiglie”.

 

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