Ambrogio
Giulio Gallera e l’inchiesta per la gestione Covid in Lombardia, tra gogna mediatica e accuse infondate
“Non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano endemico nazionale e regionale che, come emerso dalle complesse indagini svolte, sarebbero comunque risultati inidonei… l’adozione di tali piani emergenziali non può ritenersi atto da compiere senza ritardo… Il Piano pandemico nazionale era del tutto rimesso alla valutazione discrezionale del governo”. Sono i passaggi fondamentali del pronunciamento del Giudice che ha definitivamente archiviato l’inchiesta sulla gestione Covid in Lombardia che ha visto indagato per fino ad oggi l’allora assessore alla Sanità Giulio Gallera.
Gallera è stato esposto ad una gogna mediatica e politica che ha speculato su accusa gravissime (epidemia, omicidio colposo, rifiuto d’atti d’ufficio), rivelatesi tutte infondate. Il procuratore Chiappani aveva definito l’ultima inchiesta doverosa per “soddisfare la sete di verità della popolazione”. Intanto c’è chi si è abbondantemente dissetato alla fonte putrida del sospetto. “Rifiuto di atti d’ufficio” per la gestione dell’emergenza Covid. “Un evento, imprevisto ed imprevedibile”, ha scritto il giudice, di fatto sancendo l’inconsistenza di un’inchiesta che il procuratore Antonio Chiappani aveva definito doverosa per “soddisfare la sete di verità della popolazione”.
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