Che poi sarebbe solo l’ultimo travestimento per il ‘Fregoli’ della politica. In fondo che male c’è? Se in passato sei stato un prestigioso avvocato dello studio Alpa e poi ti sei venduto per avvocato del popolo, se sei convolato a nozze con Matteo Salvini e poi ti hanno definito un fortissimo punto di riferimento dei progressisti, dove sarebbe il problema di sposare la causa ecologista?

Che poi va ricordato, Giuseppi per anni si è sobbarcato pure il peso dei compleanni di Goffredo Bettini a La Storta (periferia romana), tra i cani di Monica Cirinnà, può avere il sacrosanto diritto ad accasarsi dopo lunga peregrinazione, che manco Ulisse? Pensieri e preoccupazioni di Giuseppe Conte, alle prese con un caso spinoso che non si sblocca. Da mesi infatti il M5S ha chiesto a Bruxelles di poter entrare nei Greens, il gruppo guidato da Philippe Lamberts e da Terry Reintke.

L’ingombro però è di tutto rilievo: Angelo Bonelli, che rappresenta i Verdi sulla piazza italiana, ha il diritto di veto, ed ha ripetuto a tutti che lui non ne vuole sapere di avere i Cinque Stelle in casa, che poi magari ti incontra Paola Taverna in salotto. “L’ex presidente del Consiglio ha sempre cambiato posizione e lo potrebbe fare anche domani”, così lo ‘scapigliato’ lo liquidò nei mesi scorsi. Screanzato!

In più si è mosso Reinhard Bütikofer, storico eurodeputato verde a cui Conte non è piaciuto per niente. “Gli ho chiesto quali garanzie poteva dare che il M5S non mettesse in crisi la lotta all’autoritarismo della famiglia verde. Ma ha preferito non rispondere”, ricorda il tedesco. Che poi non abbia risposto alle domande, almeno in Italia, appare altamente verosimile.

Le trattative comunque sono proseguite per settimane fino a lunedì scorso, ma passi in avanti non ce ne sono, i Verdi non si decidono, così i cinque stelle rischiano di rimanere apolidi. Per dire, l’ultimo accoppiamento era stato con l’Upik di Nigel Farage. Uno che definisce i gay «pervertiti», e le donne «economicamente inferiori», ad occhio non molto in comune con i Verdi. Certo erano i tempi in cui Di Maio e Di Battista incontravano i gilet gialli.

Poi c’è stata la conversione progressista. Ed infatti Conte inizialmente ha provato lo sbarco con il PSE, ma tra i socialisti non tutti la pensavano come Nicola Zingaretti. Insomma non fu aria.

Ed allora non rimanevano che i Verdi, che sono pur sempre il quarto gruppo europeo più rilevante. Il leader 5 stelle pensava fosse cosa fatta, c’era di mezzo anche la comune battaglia contro il termovalorizzatore di Roma, ma a gennaio quando è cominciata l’istruttoria, il feeling non è scattato. Accidenti. Poi nei giorni scorsi è arrivato un altro niet, gli italiani non ne vogliono proprio sapere, il salotto è cosa loro.

Una parabola francamente avvilente. Proprio Conte, che ci ha provato quasi con tutti, in Europa rischia di rimanere al misto, in pratica, come la bella di Torriglia, tutti la vogliono ma nessuno se la piglia. Triste, solitario y final per l’uomo nato con il fazzoletto nel taschino.

Phil

Autore