I casi Santanché, Delmastro e La Russa “sono fatti tra loro indipendenti e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie. Non si può però negare che ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. Lo ha detto il guardasigilli, Carlo Nordio, in un’intervista al quotidiano Libero.

“La colpa però non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, o di ordine politico. La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perchè abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo'”.

Proseguendo a parlare delle frizioni tra governo e magistrati, Nordio ha aggiunto: “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’Associazione”. “Se i magistrati si arrabbiano quando noi critichiamo il loro operato, allora anche i politici hanno ragione di arrabbiarsi quando vengono inquisiti dai magistrati”, ha proseguito.

Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e politici no dovrebbero criticare le sentenze” aggiunge il ministro della Giustizia. “Una settimana fa ho incontrato i rappresentanti dell’Anm e Santalucia al ministero. Abbiamo cercato di individuare i punti che ci uniscono che di più di quelli che ci dividono. A noi interessa essenzialmente una giustizia efficiente, rapida ed equa” ha sottolineato Nordio.

Sugli avvisi di garanzia, dice Nordio, “abbiamo dato un segnale forte di riforma. Ma c’è una parte che riguarda l’informazione di garanzia ed essenzialmente la sua segretezza. È già stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale. Il nostro obbiettivo è un codice di stampo accusatorio anglosassone. Quindi sarà cambiata anche la struttura del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia”.

Rispetto invece alla separazione delle carriere, “noi fino a questo momento non l’abbiamo proposta. Esiste una proposta depositata da altre forze politiche. Una separazione netta delle carriere esigerebbe una riforma costituzionale, come una riforma netta del Csm. Questo è però nel programma di governo”, afferma il Guardasigilli.

Dice ancora Nordio: “Io sono certo che il reato d’abuso d’ufficio verrà cancellato. Non avremo problemi con l’Europa. Quasi tutti i sindaci italiani, compresi quelli del Pd, si sono dichiarati d’accordo”.

Il ministro chiude all’amnistia: “Credo che in questo momento sia prematuro parlare di amnistia e parlare anche in generale di affievolimento delle pene”.

Rispetto invece all’imputazione coatta “questa incongruità l’ho criticata già dal 1997 e l’ho ripetuta varie volte” per ragioni “squisitamente tecniche”, conclude Nordio.

Redazione

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