Nel “Si&No” del Riformista spazio alla discussione degli ultimi giorni dopo gli attacchi di Hamas in Israele: è giusto sospendere gli aiuti europei ai Palestinesi? Favorevole Anna Cinzia Bonfrisco, eurodeputata Lega, secondo cui “servono chiarezza e trasparenza sulla destinazione dei fondi“. Contrario Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera dei Deputati, che sottolinea: “Gli aiuti servono urgentemente e la rappresaglia è cinica e disumana”.

Qui il commento di Anna Cinzia Bonfrisco:

Il pivot europeo sull’annuncio relativo ai fondi al popolo palestinese del commissario per l’allargamento e il vicinato, Olivér Várhelyi, un tempo avrebbe destato qualche alzata di sopracciglio, al massimo un dibattito nelle aule del Parlamento europeo, nella cui sede da anni si discute sulla natura di queste sovvenzioni. Purtroppo la Storia e i suoi appuntamenti più drammatici, il brutale e ingiustificato atto di guerra di Hamas nei confronti di Israele, mettono a nudo le mancanze di coordinamento interno alla Commissione (di cui dovrebbe essere responsabile la presidente Ursula von der Leyen), l’incapacità di una visione geopolitica delle dinamiche globali, ponendo così in crisi la sincerità del collocamento naturale dell’Unione Europea a fianco dei suoi alleati occidentali. È un fatto che non ci possiamo permettere come europei impegnati nella lotta contro ogni forma di autoritarismo, terrorismo, violenza ed antisemitismo e inoltre è un affronto al contributo millenario degli ebrei europei e delle comunità ebraiche allo sviluppo sociale, politico, economico, scientifico e culturale dell’Europa.

Già da tempo, come si diceva, la destinazione effettiva dei fondi per il popolo palestinesi era motivo di una richiesta di revisione da parte della Delegazione per i rapporti Unione Europea-Israele e molti europarlamentari. Tutti noi riconosciamo le legittime aspirazioni del popolo palestinese, e supportiamo alla stessa maniera eguali misure per gli israeliani e i palestinesi. Ma non ci devono essere errori: Hamas non rappresenta quelle aspirazioni e non offre altro al popolo palestinese che terrore e sangue. Da diversi decenni i fondi dell’Unione europea hanno finanziato organizzazioni e progetti ambigui, come ad esempio la produzione di libri dai contenuti antisemiti, creando un sentimento contrario al rispetto e la pace tra i popoli di cui quell’area ha tanto bisogno. Quella annunciata dalla Commissione all’assistenza al popolo palestinese è una revisione dovuta, anche in considerazione del fatto che la cifra impegnata dall’Unione Europea è cospicua: 1,5 miliardi dal 2014 a oggi.

L’obiettivo dichiarato è di garantire che nessun finanziamento dell’UE consenta indirettamente a un’organizzazione terroristica di effettuare attacchi contro Israele ed eventualmente valutarne l’entità; tutto ciò in stretto coordinamento con gli Stati Membri dell’Unione Europea. Oltre all’ammontare delle cifre, sarà pertanto necessaria una rimodulazione più chiara e trasparente dei meccanismi di destinazione dei fondi, come chiesto dalla Lega di Matteo Salvini in molti emendamenti presentati in questa legislatura. Nel passato e per diversi anni la Commissione ha finanziato l’Università Islamica di Gaza, riconosciuta come roccaforte e centro di reclutamento di Hamas. Tutto ciò avviene anche perché all’interno del Parlamento europeo la discussione su Israele è sempre stato immatura e frutto di un clima avvelenato dall’ideologia più estrema. Il dibattito sui fondi alla popolazione palestinese non è solo antico nelle istituzioni europee e urgente per la Storia che stiamo vivendo. Determinerà anche una buona parte della nostra capacità di essere dalla parte di Israele, un partner prezioso dal punto di vista commerciale e per via di quei valori, nati sulle sponde del Mediterraneo tra Roma, Atene e Gerusalemme, su cui si fondano le democrazie contemporanee.

L’Unione europea può apprendere una lezione da quanto avvenuto, anche in previsione di quelle riforme future dei Trattati e alcuni meccanismi desueti, a cominciare dall’impossibilità dello scorporo delle spese militari dal patto di stabilità. È necessario per un Continente che ricorda il suo passato e guarda al suo futuro consapevole degli impegni che la attendono. La posizione di forte vicinanza a Israele e al suo popolo è espressa con grande forza dal segretario della Lega, Matteo Salvini, e ci indica la strada da seguire. Dalla parte giusta della storia l’Europa ci starà solo con i fatti concreti ispirati dalle dichiarazioni di questi giorni: we stand with Israel!

Anna Cinzia Bonfrisco (Eurodeputata Lega)

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