Sandro Mazzola era un predestinato: il figlio di Valentino Mazzola, il capitano del Grande Torino morto nella tragedia di Superga, è diventato a sua volta uno degli attaccanti più forti nella storia del calcio italiano, tra i più vincenti, uno sportivo d’altri tempi, bandiera dell’Inter e icona riconoscibile grazie al suo folto baffo. “Sogno molto, salta sempre fuori, il viso di mio papà o lui che corre e mi viene a prendere all’asilo dove andavo e quindi vive sempre in me”, ha raccontato in un’intervista a Rai News sul padre. Il “baffo” compie 80 anni oggi ed è tutto un omaggio, dai social ai giornali, di appassionati e estimatori.
Sandro Mazzola aveva neanche sette anni quando l’aereo su cui viaggiava il padre Valentino e il resto della squadra più forte del mondo si schiantò sulla collina di Torino. Era il 4 maggio del 1949. Sarebbe stato scoperto da Benito Lorenzi e Giuseppe Meazza, due ex campioni dell’Inter che lo avrebbero portato in nerazzurro. Il suo esordio in Serie A contro la Juventus: il 10 giugno 1961 il Presidente Angelo Moratti fece giocare la Primavera per protestare contro la ripetizione della partita. Finì 9 a 1, con 6 gol di Omar Sivori, per i bianconeri ma Mazzola segnò l’unico gol per i nerazzurri.
Il primo scudetto vinto nella stagione 1962/1963, all’ultima partita il capitano del Torino Enzo Bearzot, futuro ct campione del mondo con l’Italia nel 1982, gli consegnò la maglia granata del padre. L’anno dopo i nerazzurri conquistarono la prima Coppa dei Campioni della storia contro il Real Madrid, in finale segnò i due gol decisivi. È la Grande Inter dell’allenatore Helenio Herrera che si ripetè anche l’anno successivo con il Benfica nella finale di San Siro a Milano. Mazzola ha giocato con l’Inter 570 partite, 162 i gol. Ha vinto 4 campionati, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, un titolo di capocannoniere in Italia nel 1965 (17 gol) e uno in Europa nel 1964 (7 gol) e un secondo posto nel Pallone d’Oro 1971 dietro a Johan Cruyff. Con la Nazionale ha vinto l’Europeo casalingo disputato nel 1968. In azzurro ha segnato 22 gol. Dopo anni da attaccante, giocò gli ultimi tempi da centrocampista, mezzala d’attacco.
È passata alla storia la sua rivalità con il milanista Gianni Rivera, fantasista e capitano dei rossoneri che vinse anche il Pallone d’Oro. A Mondiali del 1970 il Ct Ferruccio Valcareggi utilizzò la coppia in “staffetta”, uno il primo e un altro il secondo tempo. “Sento spesso parlare di uno scambio fra te e uno dei nostri, se vieni al Milan – assieme al Gianni (Rivera, ndr) – e uno che la butta dentro, facciamo almeno 100 gol”, gli disse l’allenatore rossonero Nereo Rocco. L’attaccante interista conserva ancora oggi il primato per aver segnato il gol più veloce nella storia del derby di Milano: impiegò solo 13 secondi a segnare nella partita del 24 febbraio 1963. Mazzola è stato per i nerazzurri anche un grande dirigente, direttore sportivo. Passata alla storia il grandissimo colpo di mercato che portò in Italia Ronaldo Luis Nazario Da Lima, nel 1997, uno dei calciatori più forti di tutti i tempi.
Il suo ultimo incarico è stato dirigente per il Torino, dal 2000 al 2003. Per anni è stato opinionista e commentatore televisivo. Mazzola ha festeggiato il suo compleanno anche al ristorante Botinero, roccaforte interista per eccellenza, proprietà dell’altro storico capitano nerazzurro. A tavola con lo storico numero otto i compagni di squadra e di imprese Luisito Suarez e Gianfranco Bedin. “Festeggerò come sempre – ha confessato all’Ansa Mazzola – con i miei figli: ogni anno, al mio compleanno, si presentano tutti qui a casa e mi portano il ‘regalino’. Dopo una vita di calcio e cose belle, è la più bella che mi godo agli 80 anni. Ex compagni ne sento pochi, siamo vecchi … Ma il calcio lo guardo ancora, per divertirmi e per fare confronti. Dove giocherebbe oggi Sandro Mazzola? In Spagna, sicuro: nel Real Madrid. Il ricordo più bello è Real Madrid-Inter, sognavo da una vita di incontrare il mio mito, Di Stefano, e poi finì come finì …”.