Quando le ruote del Boeing 737 della Egyptair MS705 proveniente dal Cairo toccano finalmente la pista dell’aeroporto di Malpensa, pochi minuti prima delle 17, scoppia un lungo applauso liberatorio ad accompagnare l’atterraggio dell’aereo. A battere le mani è una piccola folla di gente che decide in questo modo di salutare il passeggero speciale a bordo di quel volo: Patrick Zaki, tornato in Italia. 

“È il giorno più bello della mia vita”, sono state le prime parole di Zaki uscendo dall’area arrivi di Malpensa, assalito da decine di giornalisti e cameramen che lo attendevano. Accompagnato dalla sorella, Marise, il ricercatore ha aggiunto: “Sono contento di essere in Italia, grazie a tutti, ci vediamo a Bologna”.

“Ben arrivato, Patrick. Il rettore e la professoressa Monticelli accolgono Patrick all’aeroporto di Malpensa, insieme partiranno subito per Bologna. Prima tappa in Rettorato! Qui Patrick Zaki incontrerà la stampa e gli sarà consegnata la pergamena della laurea che ha conseguito a distanza il 5 luglio”. Così sui social l’Alma Mater Studiorum dà il benvenuto all’attivista egiziano, neo-laureato

Esposto dal Codacons: “Quanto è costata alla collettività la liberazione del ricercatore?”

Il Codacons presenterà domani un formale esposto alla magistratura contabile e una istanza d’accesso alla presidenza del Consiglio per sapere quanto sia costata alla collettività italiana la liberazione del ricercatore.

“Chiariamo subito – spiega il presidente dell’associaizone, Carlo Rienzi -che il ritorno in libertà di Zaki è una ottima notizia, e siamo assolutamente felici del positivo epilogo della vicenda, ma da più parti si stanno sollevando dubbi e domande circa le spese sostenute dal Governo italiano per riportare il ricercatore egiziano a Bologna.

Un aereo di Stato messo a sua disposizione e rifiutato per un volo di linea, l’intervento dell’ambasciata italiana al Cairo e altre soluzioni diplomatiche messe sul piatto dal Governo per fornire assistenza e supporto a Zaki, che non è un cittadino italiano, e farlo rientrare in Italia, potrebbero aver determinato spese pubbliche su cui è necessario far luce”. “I cittadini – aggiunge Rienzi -hanno il diritto di sapere se il caso Zaki ha rappresentato un costo per le casse statali, e quanto sia costata in termini economici la sua liberazione”

Adesso il Governo si faccia consegnare gli assassini di Giulio Regeni

Un grande plauso a Patrick Zaki che, avendo rifiutato il volo di Stato e l’accompagnamento diplomatico, ci ha risparmiato l’ennesima passerella di Giorgia Meloni e del suo governo. Un atto di coerenza che gli fa onore due volte. La prima perché si smarca da un’operazione meramente propagandistica costruita ad arte sulla sua vicenda. Basti pensare allo scarso lasso di tempo passato tra la notizia della sentenza e la decisione della grazia. Tutto casuale? La seconda perché con tale vicenda si scambia la libertà di una persona detenuta ingiustamente con l’omertà su un nostro connazionale torturato e ucciso brutalmente dai servizi di sicurezza egiziani.

Il governo di Giorgia Meloni ha un solo modo di dimostrare che quello che diciamo non sia vero: farsi consegnare gli imputati per l’omicidio di Giulio Regeni o interrrompere immediatamente le relazioni diplomatiche ed economiche con l’Egitto”. Lo dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista.

 

Giulio Pinco Caracciolo

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