L'intervista
“Gli italiani danno 2 miliardi all’anno alla Rai che non garantisce servizio pubblico”, Michele Anzaldi interviene sul salto di rete durante discorso di Fdi
Giorgia Meloni si è lamentata ieri di un “taglio” al discorso del capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, durante la diretta sulla Rai delle dichiarazioni di voto dei partiti sulla nascita del governo Draghi. La “censura” invocata dalla leader di centrodestra è consistita, secondo la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in realtà in un passaggio da Rai3 a Rai2, per obblighi pubblicitari e di palinsesto, già annunciato nel corso della trasmissione con alcuni sottopancia. Il Riformista ha contattato il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza Rai, per chiedergli il funzionamento delle dirette di eventi istituzionali e provare a capire come evitare incidenti del genere.
Cosa è successo?
“Una cosa che seppur non grave non dovrebbe accadere: un salto di rete durante il discorso di un senatore. È una cosa giustificabile in una tv commerciale, non dalla tv di Stato“.
Si spieghi meglio.
“Gli italiani danno quasi 2 miliardi di euro alla Rai: una rete come quella, che non riesce a dare la continuità della diretta è un tema da affrontare. Se hai le stesse esigenze della tv commerciale non esiste il servizio pubblico, soprattutto se decidi – giustamente – di coprire un evento importante come la fiducia alle Camere e le dichiarazioni delle intenzioni di voto dei partiti“.
Perché, come funziona nelle altre emittenti?
“Da un lato per loro è più semplice, perché sono verticistiche, c’è un solo direttore responsabile che decide. Si evitano egoismi di direttori di Rai Parlamento, Rai1, Rai 2, Rai 3, i telegiornali… Però una tv privata riesce anche a gestire una diretta su un solo canale, tenendo dentro le esigenze giornalistiche e i vincoli pubblicitari stabiliti dai contratti“.
E la Rai questo non riesce a farlo?
“C’è stato uno dei momenti più significativi quando si insedia un governo, che è il passaggio della campanella, che è stato perso perché bisognava andare avanti con la pubblicità e il palinsesto. Avrebbero dovuto sforare ma non l’hanno fatto. Così però non si può parlare di un servizio pubblico offerto bene, l’80% dei guadagni arrivano dal canone, bisogna dar conto a chi ti fornisce quell’80%. La Rai è l’unica azienda che non ha alcun problema economico perché è pagata dagli italiani, ma con salti di canale come quello crei un disservizio“.
Come si risolve questo problema?
“Lancio una provocazione, facciamo degli appalti per seguire le dirette istituzionali così apriamo anche alle tv commerciali e creiamo competitività. Lo share fa gola a tutti ma bisogna poi essere in grado di garantire il servizio. Poi, spero che quanto denunciato dalla Meloni abbia un seguito, perché il centrodestra in cda ha la maggioranza e se volesse passare dalle parole ai fatti potrebbe farlo facilmente…“.
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