I due “neoerasmiani”
Gli opinionisti che chiudono un occhio su Putin e quella somiglianza con l’Autodidatta e il Generale: due splendidi idioti
Diceva André Marlaux che in ogni minoranza intelligente c’è sempre una maggioranza di imbecilli. Nella rabbiosa campagna antisemita portata avanti da centri sociali, gruppuscoli del sovversivismo rossobruno, partiti e movimenti pacifisti, intellettuali e accademici in cerca di visibilità, è forte il sospetto che siamo in presenza di una maggioranza di imbecilli senza una minoranza intelligente.
Si tratta, più o meno, degli stessi soggetti che tacciono sugli orrori di Putin in Ucraina o che ne chiedono la resa incondizionata. Essi possono contare su numerosi opinionisti della carta stampata e del piccolo schermo, alquanto compiacenti con le menzogne del Cremlino. Non mancano alcuni esempi clamorosi. Sono trascorse centoquaranta settimane dall’invasione russa del Donbass. E, per circa centoquaranta volte, due ospiti fissi di un salotto televisivo serale, il direttore di un mensile e il direttore di un quotidiano, ci hanno raccontato che Zelensky deve chinare la testa di fronte all’autocrate del Cremlino, pena la distruzione del suo paese. Ovviamente, si sono ben guardati dal suggerire ad Hamas di arrendersi a Israele, pena la distruzione di Gaza.
L’autodidatta e il generale
I due “neoerasmiani” a loro insaputa (“La pace più ingiusta è preferibile alla guerra più giusta”, Erasmo da Rotterdam, “Querela pacis”, 1517) sembrano, più che opinionisti, teatranti di una commedia farsesca. Uno dei personaggi della “Nausea” di Jean-Paul Sartre, l’Autodidatta legge le opere che trova in biblioteca per ordine alfabetico d’autore, rinunciando a qualsivoglia criterio selettivo. “L’uomo senza qualità” di Robert Musil narra come il generale Stumm von Bordwehr catalogasse le principali correnti filosofiche alla stregua di eserciti contrapposti: su un fronte gli empiristi, sull’altro i razionalisti; di qua gli idealisti, di là i materialisti. Ma le idee, poiché non obbediscono a ordini e schieramenti, si prendono gioco di lui. L’Autodidatta e il generale sono con ogni probabilità altrettanti omaggi a Bouvard e Pécuchet, i protagonisti del romanzo omonimo di Gustave Flaubert. Come loro, ce la mettono tutta per farsi passare per competenti, ma di fatto restano due splendidi idioti.
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