Di Tiziano Terzani tutti ricordiamo l’eccezionale caratura come giornalista, la passione intellettuale per mondi lontani e religioni sconosciute, i fermenti spirituali alti conditi da una grande padronanza dello scrivere. Un “tolstojano” con la forza del racconto di cose viste e esperienze vissute nella libertà interiore e nel tumulto dei tempi: bella dunque, a vent’anni dalla sua morte, l’iniziativa editoriale di Scholè di pubblicare scritti inediti e alcuni discorsi pubblici (per la cura di Mario Bertini) per lo più percorsi dall’emozione per l’11 settembre 2001, la catastrofe che lo tramortì ma non gli fece venire meno la speranza («Dobbiamo reintrodurre la morale nelle nostre scelte, dobbiamo cominciare a capire chi è il nostro prossimo, dobbiamo incominciare a pensare alle culture altrui, dobbiamo aprirci, perché ci siamo chiusi»).

Le due scelte davanti alle guerre

In un discorso del 29 marzo 2002 in piazza Santo spirito nella sua Firenze, il grande reporter disse: «Secondo me, con la situazione della guerra dinanzi a noi, abbiamo due scelte. La scelta di una progressiva barbarie, di una soluzione tecnologica, di software, ai nostri problemi… Diventeremo una scimmia meccanica, una scimmia cibernetica: tutti coi telefonini, con le lucine che ci fanno capire qual è la donna da sposare, l’uomo con cui fare un viaggio… questa è una scelta». Ma poi c’è un’alternativa: «Oppure una scelta di spiritualità, una scelta di coscienza, una scelta che ci fa fare un piccolo passo, fuori dalla materia, dalla guerra e dalla violenza, per riconoscere negli altri dei fratelli di questa bella umanità che è bella perché è varia. Perché è in contraddizione, ma non violenta e bella! Perché, come dicevo prima, la vita è una, e l’equilibrio degli opposti fa la bellezza della vita». Terzani cerca di capire, dubitando: «Io non ho formule – dice agli studenti di una scuola – non ho nemmeno risposte ai problemi del mondo, che sono immensi, ho soltanto delle domande, non ho nemmeno certezze, ho dei dubbi da porre a chi crede di avere certezze e poi non le ha». È il tempo della celeberrima polemica con Oriana Fallaci dopo le Torri gemelle, lei che aveva, eccome, delle certezze su tutto. Tiziano Terzani no, dubita. Ma crede in qualche cosa di bello, di positivo, di pacificato, lui che da grande cronista aveva visto l’orrore ovunque.