Era necessario? Era proprio necessario scrivere su tutti i quotidiani con tanto di foto e titoli sensazionalistici: il sindaco di Pozzuoli e gli incontri hot nell’ufficio del Comune? Sbattere il mostro in prima pagina, iniziare e concludere il processo sui giornali, partire dalla notizia e montarla ad hoc per distruggere una persona. Questo si chiama giornalismo? Questo si chiama giornalismo vero o è un giornalismo da quattro soldi vestito a festa con abiti da forcaioli e cappelli da giustizialisti? Perché che il garantismo sia un principio tanto meraviglioso e indispensabile quanto raro non ci piove, ma che esistono tre gradi di giudizio e che si è innocenti fino a prova contraria e che un’indagine avviata dai Pm non vuol dire colpevolezza certa è altrettanto vero. O no? Di vero c’è anche che Vincenzo Figliolia, sindaco uscente di Pozzuoli è finito nel tritacarne mediatico, vittima di una gogna severissima e su tutte le pagine dei maggiori quotidiani locali con tanto di foto gigantesca.

«Hanno colpito la dignità dei miei figli, di mia moglie e di mia madre – ha detto il sindaco – Non posso che esprimere il mio profondo rammarico per la pubblicazione sui principali quotidiani di una vicenda strettamente personale che, evidentemente, avrebbe dovuto rimanere riservata in ambito processuale, le cui connotazioni di illeceità non riesco davvero a comprendere». Non lo comprendiamo neanche noi. Su di lui pesa un’accusa pesantissima: concussione sessuale. Secondo la tesi della Procura Figliolia avrebbe chiesto e ottenuto prestazioni sessuali da una donna indigente in cambio di buoni pasto di proprietà del Comune. Il tutto sarebbe avvenuto nel suo ufficio del Municipio. I giornali scrivono, figuriamoci se potevano esimersi dal diffondere dettagli scabrosi, che ci sarebbero video e intercettazioni ambientali a raccontare dei suddetti incontri. E qui sarebbe bello poter scrivere un libro sulla smania dei pm di intercettare, spiare, registrare tutti senza nessuna regola, senza nessuna etica. A prescindere.

Il Grande Fratello rimane sempre il gioco preferito della Procura, qui viene quasi la voglia di arrendersi e di accettare che siamo tutti i protagonisti di 1984 di George Orwell: il grande occhio dei pm è sempre acceso sulla vita personale e privata di tutti. Ma torniamo alla notizia che è piombata come un macigno sul primo cittadino di Pozzuoli. No, perché vedete, la notizia non era quella del sesso con questa donna sulla scrivania del Municipio. Questa è quella costruita ad arte per distruggere in 3 minuti (tempo di lettura degli “articoli”) la vita di una persona. Tanto basta a gettare su di lei un’ondata di fango, anzi, di cemento a presa rapida che si solidifica in un batter d’occhio ma rimane lì una vita intera. Tanto basta per mandare in fumo un matrimonio e ridurre a brandelli una famiglia. Il tutto per il gusto di puntare il dito, di alimentare il gossip, quello becero, bassissimo, pessimo. La notizia era che sul sindaco pesava un’altra accusa oltre a quella degli appalti.

Bastava dire, il sindaco uscente di Pozzuoli già indagato per la storia degli appalti a Rione Terra, finisce nel mirino della Procura anche per il reato di concussione: avrebbe sfruttato la sua funzione di primo cittadino e il potere derivante per elargire buoni pasto a una persona indigente che non avrebbe neanche potuto riceverli. E invece no: incontro hot nell’ufficio, ci sono video e intercettazioni. L’accusa choc della procura. E altri titoloni a effetto urlati dalle pagine di tutti i quotidiani. Vedete, è triste e fa anche tanta paura questo tipo di penna. Perché poi mi chiedo: se l’inchiesta dovesse rivelarsi un flop, ricordiamoci che siamo la capitale degli errori giudiziari e qui molte inchieste si concludono con una bella archiviazione, dedicherete lo stesso spazio alla notizia? Utilizzerete gli stessi titoli anche per urlare l’ennesimo flop della Procura e cercare di riabilitare la reputazione di un uomo che avete distrutto? Lo spiegherete alla famiglia? Marcel Proust scriveva che “ognuno di noi rischia ogni sera di diventare il fatto di cronaca del giorno dopo”. Ci piace sperare che lo diventi anche quando si dovrà dire che non aveva fatto niente e che gli altri si erano sbagliati…

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.