Andrà in votazione martedì a Montecitorio la proposta di legge che rende la gestazione per altri reato universale. La gpa è già un reato, in Italia. Ma le maglie rimangono aperte per quando le pratiche sono svolte all’estero. La maggioranza vuole precludere ogni ricorso a questa pratica. E nel Pd di Elly Schlein – quello in cui ai Sì e ai No si preferiscono i Ni e i forse – la battaglia sulla Gpa diventa un’altra sponda, l’ennesima, in cui emerge l’incompatibilità tra Elly Schlein e le sensibilità cattoliche tra i Dem.

E segnatamente, marca il divario tra le maggioranze dei gruppi e la nuova segreteria del Nazareno. Ieri sul Corriere era stato Graziano Delrio a puntare i fari: “Il diritto alla genitorialità non può essere ridotto a una logica di mercato, ignorando i diritti del nascituro. Una vicenda già normata, la maternità surrogata è un reato. Anche la nostra segretaria ha detto che non avrebbe fatto niente per rimuovere il reato. Elly Schlein si è detta favorevole alla maternità surrogata, a titolo personale però: quello di non voler coinvolgere il Pd – conclude Delrio – è un segno di maturità”. L’emendamento predisposto da Riccardo Magi, PiùEuropa, avrebbe però potuto tentare più di qualcuno dalle parti del Nazareno.

Il tema è la “Gpa solidale” (vale a dire senza un compenso economico per la madre surrogata) avrebbe potuto ricevere qualche voto dal gruppo Dem. E lunedì sera, dopo ore di discussione in videoconferenza, è stata concordata una linea che permetta di evitare lo scontro totale interno: si voterà No al reato universale e per sterilizzare le polemiche e scongiurare scivoloni, il gruppo alla Camera uscirà quando sarà posto in votazione l’emendamento Magi. Uscita dall’aula che poi tecnicamente significa il solo disinserimento della scheda dei deputati dal dispositivo di presenza che accompagna il voto. Tattica parlamentare a parte, la maretta rischia di trasformarsi in mareggiata. De Micheli e Madia potrebbero non accettare di togliere la scheda, di fingersi assenti. Potrebbero sfidare apertamente Schlein votando No a Magi, e mettendo così sul piatto il loro no. Graziano Delrio non è infatti che uno dei portavoce del dissenso.

Elly Schlein deve fare fronte a tre donne decise alla resa dei conti: Lia Quartapelle, Marianna Madia e Paola De Micheli. È quest’ultima, candidata alla leadership all’ultimo congresso, a mettere in chiaro le sue criticità. “Ho espresso un parere personale che ha motivi etici, politici e anche personale. Legati alla mia cultura di cattolica ma anche alla mia idea del ruolo della donna”, dichiara al Riformista. “Perplessità politiche, perché penso che i gruppi che scelgono di avere una posizione devono aver condiviso con un confronto interno quella posizione”, ci dice. “E perplessità di metodo: dalla riunione è emerso che la maggioranza del gruppo è contraria all’emendamento Magi. C’era la posizione dell’astensione. Si è votato di non votare a maggioranza assoluta. Col vincolo che nella dichiarazione di voto della capogruppo Braga si dovrà dire esplicitamente che noi non vogliamo modificare la legge sulla Gpa”. I caveat sono chiari. Le posizioni dissidenti, i distinguo vogliono contare. E forse contarsi. L’iniziativa che rilancia i Popolari di Beppe Fioroni, che ha lasciato il Pd due mesi fa, continua a contare proseliti. “Incredibilmente, abbiamo contato diecimila persone collegate con la diretta streaming dall’inizio alla fine della giornata di lancio”, ci dice Fioroni.

“Quando ci sono delle cose delicate in termini di metodo, sarebbe importante capire come ci dobbiamo comportare. E questo è davvero il momento per Schlein di darsi un metodo per fare la sintesi tra posizione diverse”, conclude De Micheli. Lia Quartapelle chiede che sui temi etici venga lasciata, sempre, libertà di voto. Famiglia Cristiana intervista Pierluigi Castagnetti: “La Schlein ha fatto dei discorsi sulla gestazione per altri che non condivido nella maniera più assoluta e che i cattolici non possono accettare, però le iniziative non sono arrivate a questi livelli di contraddizione”. Almeno non finora. Diamo tempo al tempo.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.