La battaglia del post-Greco
Gratteri pronto a lasciare Catanzaro: dopo i flop calabresi punta alla Procura di Milano
La Calabria sta stretta a Nicola Gratteri. Il procuratore di Catanzaro, punto di riferimento del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio e di una ampia parte della politica italiana, che dimentica o fa finta di dimenticare come le maxi-operazioni mediatiche di Gratteri finiscono spesso sgonfiate dai pronunciamenti del Riesame e negli altri gradi di giudizio, punta infatti al Nord.
Non c’è solo la Procura di Roma al centro del dibattito giudiziario, con la fresca decisione del Tar del Lazio di annullare la nomina a procuratore di Michele Prestipino dopo i ricorsi degli iniziali ‘sconfitti’ al Csm Marcello Viola e Francesco Lo Voi.
Il prossimo 12 novembre infatti andrà in pensione l’attuale capo della procura meneghina, Francesco Greco, alla vigilia del 70esimo compleanno, e Gratteri da procuratore di Catanzaro punta a conquistare una delle poltrone più ambite nel mondo della magistratura, nella procura che negli ultimi decenni ha fatto partire le inchieste più pesanti sulla politica.
Come rivela Il Giornale, Gratteri punterebbe sulla sua storia in prima linea nella battaglia contro la criminalità organizzata e i cinque anni trascorsi a Catanzaro scanditi da maxi inchieste sulla ‘ndrangheta, anche se rivelatesi spesso fumose.
Gratteri non avrà vita facile: per Il Giornale infatti la corrente di sinistra dei magistrati, Area, vorrebbe per la poltrona di Greco l’attuale procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, titolare del pool e criminalità economica, una soluzione interna e in continuità con l’operato dello stesso Greco.
Dalla parte del procuratore di Catanzaro c’è però la sentenza del Tar del Lazio che proprio sull’annullamento della nomina di Prestipino ha ricordato che il radicamento territoriale non è un titolo.
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