Il procuratore di Catanzaro punta all’ufficio di Napoli
Gratteri vuole la procura di Napoli, Woodcock dopo i flop sogna il Csm: ma i tempi si allungano
«Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole». È una delle frasi con cui viene spiegata la teoria del caos. E potrebbe essere adattata al caos che in questo momento attraversa il Paese, incluso il mondo della giustizia e della magistratura. Basti pensare a come la crisi di governo rischia di stravolgere il clima dei prossimi eventi in programma. Parliamo della nomina dei nuovi componenti del Consiglio superiore della magistratura e della scelta del nuovo capo della Procura di Napoli.
Chi pensava che fosse vicina una nuova stagione o la solita stagione (a seconda della sorte che avranno le correnti in seno alla categoria delle toghe) forse dovrà ricredersi. Il governo ha battuto le ali e a Roma, come a Napoli, il tempo è ora incerto. Se i venti componenti togati del Csm saranno eletti il 18 e il 19 settembre come era stato inizialmente stabilito, vacilla invece la certezza sui tempi con cui il Parlamento eleggerà i dieci componenti laici. Questo può voler dire che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrà prorogare l’attuale Consiglio. Una novità unica nella storia, come del resto lo è la presenza dei candidati indipendenti, cioè lontani da qualunque corrente. Da Napoli, per il collegio che include la Campania, sono in corsa quattro giudici: si tratta di Massimiliano Sacchi e Maria Rosaria Pupo, entrambi giudici civili della Corte d’Appello e scelti con il metodo del sorteggio da AltraProposta, un gruppo di magistrati che ha preso le distanze dalla dinamica delle correnti; di Giuseppe Cioffi, giudice del Tribunale di Napoli nord; di Eduardo Savarese, giudice del Tribunale di Napoli, il quale a sua volta rappresenta una novità nella novità, nel senso che la sua candidatura è stata proposta da un comitato di magistrati, un gruppo di colleghi che spontaneamente hanno deciso di confrontarsi, elaborare idee e individuare un candidato che potesse rappresentarli.
E così hanno pensato al giudice Savarese, spiegando in un documento che «la candidatura di Eduardo non nasce da un monolite sistemico, ma semplicemente dal fatto che lo riteniamo la persona più giusta per rappresentare al meglio nell’organo di autogoverno i valori fondamentali che condividiamo». E fanno riferimento a valori democratici dello Stato di diritto. Nella sezione Cassazione, si candidano invece, sempre come indipendenti, i due magistrati napoletani Stanislao De Matteis, attualmente in servizio presso la Procura generale della Suprema Corte, e Stefano Guizzi, consigliere di Cassazione. E poi, per i pm, da Napoli c’è la candidatura di Woodcock che, dopo le varie inchieste flop, prova a migrare a Roma. «Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole», dicevamo. Per il Csm avrebbe dovuto concorrere anche il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ma proprio l’altro giorno ci ha ripensato. E ora questa sua decisione, come un battito d’ali e come al crisi di governo, potrebbe avere conseguenze sulle sorti della Procura di Napoli.
Sì, perché abbandonata l’idea di entrare nel Consiglio Superiore, Gratteri, da molti definito come l’anti-Melillo, il suo opposto, sarebbe concentrato su Napoli. Cominciano adesso quindici giorni di fuoco, perché entro queste due settimane si dovrebbero valutare le carte in gioco e pensare alle candidature da ufficializzare. Circolano, oltre a quello di Gratteri vari nomi, tra cui quelli del capo della Procura di Salerno Giuseppe Borrelli, del procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino, del procuratore di Lecce Leone De Castris. Ma chissà quanto ci vorrà per sapere chi ci sarà alla guida della Procura più grande e ambita d’Italia. E soprattutto chissà quale Csm sarà a deciderlo. Perché, se prima della crisi di governo, sembrava scontato che la decisione sarebbe spettata al nuovo Consiglio. Adesso, col caos che regna, potrebbe anche essere il vecchio, cioè quello attuale.
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