Bisognerebbe studiare nelle scuole, non solo di politica, ma ancora prima di psicologia, il momento esatto in cui il certificato europeo per i figli delle coppie omogenitoriali è diventato un dibattito sulla gestazione per altri. Andrebbe studiato perché spiega bene come davanti a una questione controversa si sposti l’attenzione su un altro tema. E andrebbe analizzato quel momento per cercare di capire quale siano i meccanismi psicologici di chi si accanisce sui minori, i figli delle coppie omogenitoriali.

Anche ieri la ministra della famiglia Eugenia Roccella – nel question time al Senato – ha ribadito che i diritti delle coppie gay o lesbiche non vengono minati. Ma se così fosse perché allora non approvare, come chiede l’Europa, il certificato Europeo che garantisce lo stesso trattamento in tutti i Paesi Ue? Se non cambia niente, perché non introdurre anche in Italia quel regolamento? È evidente che la posta in gioco è un’altra. Il governo, in grande difficoltà su tanti punti scottanti, usa i temi etici per costruire un collante e rafforzare il consenso nel Paese. Mentre litigano sulle poltrone o sull’invio delle armi a Kiev, ieri in commissione Giustizia della Camera è stata incardinata la proposta di legge che introduce il “reato universale” nei confronti della gestazione per altri. Dalla prossima settimana inizierà la discussione. In Italia la legge 40 del 2004 vieta già questa pratica.

L’intento del legislatore è quello di far sì che, anche qualora la gpa fosse fatta in un Paese in cui è consentita, il reato sia comunque perseguibile nel nostro Paese. Peccato che questa proposta sia anti-costituzionale e che il reato universale dal punto di vista giuridico fa ridere i polli: serve solo a sollevare un polverone politico. La destra è compatta più che mai. Ai tempi del dibattito sulla legge 40, qualche voce – laica – si sollevava contro l’ingerenza dello Stato nella vita delle persone. Ora quelle voci sono sparite o comunque intimorite. La sinistra rischia. Dal Pd sono venute molte rassicurazioni sul fatto che non appoggerà una legge anti-costituzionale ma c’è anche la gara a dire che non si è d’accordo con la gpa, facendosi trascinare in un dibattito che non va fatto con queste premesse e senza tenere conto della dovuta complessità. “Non so cosa pensi la Schlein, io sono contrario” ha detto Bonaccini.

La segretaria del Pd, tempo fa, si era invece detta favorevole. La discussione e la sintesi tra le diverse posizioni è fondamentale, ma prima va fatta chiarezza su un punto: non bisogna prestare il fianco minimamente alla destra. Il Terzo polo traballa. Calenda usa la gpa per attaccare Schlein, ma il compagno di partito Enrico Costa avverte sul fatto che la proposta di Fratelli d’Italia è anticostituzionale e anche Mara Carfagna non ha ripresentato, per questo motivo, la sua proposta di legge sul reato universale.

Va rimandata al mittente la strategia della destra e aperta una discussione seria sulla gestazione per altri. A partire da tre questioni: proibire è, a prescindere dalle proprie convinzioni, una strada che non blocca il fenomeno ma rende i soggetti coinvolti meno tutelati; il femminismo è diviso anche in Italia; ma soprattutto il bene dei figli, che la destra dice di voler difendere, non c’entra assolutamente nulla. Anzi. Basta vedere che cosa sta accadendo per quanto riguarda i figli delle detenute madri. Un vero accanimento disumano.

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