Modello austriaco anche in Italia?
Green pass differenziato per i no Vax, ipotesi “lockdown dello svago”: possibile stretta per teatri, bar, ristoranti e stadi
Un lockdown solo per i non vaccinati, come sul modello austriaco, anche in Italia? Per ora l’ipotesi, balzata all’onore delle cronache in particolare per la recrudescenza del virus nelle regioni del Nord Italia, dove i contagi stanno tornando a correre, appare lontana.
Il governo Draghi, almeno nel breve periodo, non è intenzionato infatti a mettere mano ai provvedimenti già presi per fronteggiare l’epidemia di Coronavirus, quindi nessuna nuova “stretta” o “giro di vite”.
Ma qualcosa effettivamente potrebbe cambiare già nel volgere di pochi giorni alla luce dei dati provenienti dalle Regioni. Osservate speciali sono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia di Bolzano, Liguria e Valle d’Aosta. In tutt’e cinque le regioni si potrebbe superare il livello di guardia di 250 positivi su 100 mila abitanti. In altre otto regioni il contagio accelererebbe fino a 150 positivi su 100 mila abitanti: oggi la media nazionale è 78. Secondo il trend il Friuli potrebbe finire in zona gialla già lunedì 22 novembre. Veneto e Bolzano potrebbero finirci il lunedì successivo.
Cosa fare dunque? Una delle ipotesi, di cui parla oggi La Stampa, è quella di un “lockdown dello svago” per coloro che non sono vaccinati, ovvero del divieto di frequentare ristoranti, bar, cinema, teatri, eventi e stadi.
Qualcosa di simile a quanto sta già accadendo da lunedì in Austria, dove il governo del cancelliere Alexander Schallenberg per fare fronte al basso tasso di vaccinazione e all’aumento esponenziale dei casi di positività al virus, ha deciso di varare un lockdown per i no vax. Dal 15 novembre (e per almeno 10 giorni) le persone con più di 12 anni che hanno scelto di non vaccinarsi, pur potendolo fare perché senza alcuna esenzione per motivi di salute, potranno lasciare le loro case solo per attività ritenute essenziali come lavorare, acquistare cibo, fare una passeggiata o recarsi presso un hub per sottoporsi alla prima dose.
La ‘variante italiana’ permetterebbe quindi di poter frequentare cinema, teatri, stadi, bar e ristoranti solo a chi ha completato il ciclo vaccinale o ai guariti da non più di sei mesi, ma non a chi esibisce ‘semplicemente’ un tampone negativo, molecolare o rapido che sia. Secondo l’ipotesi rivelata da La Stampa il Green pass modificato permetterebbe invece di recarsi al lavoro anche ai non vaccinati esibendo il risultato negativo di un test eseguito non oltre le 48 precedenti.
Per ora, va chiarito, si tratta di semplici ipotesi. Anche perché nella maggioranza sarà complicato riuscire a strappare regole più rigide, data la volontà di più partiti di ‘allargare le maglie’. Già nella giornata di lunedì il sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva infatti smentito l’ipotesi di modificare i criteri per l’ottenimento del certificato: “Su questo tema ad oggi non c’è la volontà di una modifica anche perché qualora ci dovessero essere delle situazioni che ci dovessero indurre a restringere o a prolungarle io sono per valutare l’estensione dell’obbligo per alcune categorie”, aveva spiegato ieri Costa.
Sottosegretario che stamattina invece, ospite di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1, ha aperto a modifiche per quanto riguarda la durata del certificato verde: “La riflessione è in corso. L’evidenza scientifica ha stabilito che con il passare del tempo c’è una riduzione del livello immunitario. E’ ragionevole quindi pensare ad una riduzione della durata del Green pass“, ha chiarito Costa.
Ma a favore di una ‘soluzione austriaca’ vanno segnalate anche le prese di posizioni di Matteo Renzi e Giovanni Toti. Quest’ultimo, presidente della Liguria, ha annunciato in una intervista al Corriere che le Regioni chiederanno al Governo “che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto”. Stessa linea cavalcata anche dal leader di Italia Viva che, intervistato all’Aria che Tira su La7, sposa l’idea di ‘copiare’ il modello di Vienna con restrizioni solo per chi non è stato immunizzato: “Mi piacerebbe che l’Italia adottasse come l’Austria il lockdown solo per chi non ha fatto il vaccino, eliminando le restrizioni per i vaccinati”.
Sul fronte opposto invece il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Parlando del tema delle restrizioni all’arrivo all’assemblea di Confesercenti a Roma, l’ex premier ha spiegato che la linea dei pentastellati è di “continuare a seguire le indicazioni del Cts e l’evoluzione della curva epidemiologica, cercare di mantenerci equilibrati. Le misure non devono essere sovradimensionate, ma dobbiamo continuare con questa prudenza“.
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