Una marcia indietro della Lega e del Governo sul decreto Green Pass, ma nella maggioranza resta una ‘tregua fragile’. Il Carroccio ha infatti ritirato i circa 50 emendamenti al provvedimento, in discussione alla Camera: in questo modo non sarà più necessario ricorrere al voto di fiducia sul decreto approvato lo scorso 6 agosto.

Salvini e soci erano stati gli unici, tra le forze di maggioranza, a presentare emendamenti che si erano sommati a quelli presentati dall’opposizione.

“Ritirati emendamenti maggioranza. A seguito di ciò il governo ha detto che non ci sarà fiducia e si potrà discutere in aula il decreto Green Pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento”, ha scritto in un tweet il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio e figura più critica tra le fila del Carroccio su certificato verde e vaccini.

LO SCONTRO TRA LEGA, ESECUTIVO E MAGGIORANZA – Nei giorni scorsi, va ricordato, durante i lavori in commissione i deputati della Lega avevano votato contro il certificato verde, insieme con Fratelli d’Italia.

Non solo. Il Carroccio aveva presentato ben 900 emendamenti al decreto, venendo però rispediti al mittente dal presidente del Consiglio Mario Draghi giovedì scorso, quando il premier aveva annunciato la volontà del governo di “andare avanti” sul green pass. Gli emendamenti erano quindi passati da 900 a 50 e su alcuni era previsto anche il voto segreto, con ricadute incerte sulla tenuta della maggioranza.

L’AVVERTIMENTO DI SALVINI AL GOVERNO – Per Matteo Salvini si tratta di un “passo avanti. Qualcuno voleva mettere la fiducia eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così. Noi abbiamo dimostrato buona volontà trasformando gli emendamenti in ordini del giorno. Ora è chiaro che se ci bocciano le proposte in Aula voteremo di conseguenza”.

Ma il segretario del Carroccio manda anche un avvertimento chiarissimo al governo Draghi: “Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo”, spiega ai cronisti che gli chiedono se la Lega sia pronta a votare le proposte di modifica presentate da Fratelli d’Italia.

La Lega resta infatti sulle sue proposte di tamponi gratuiti per minori, disabili e famiglie numerose “e per garantire il diritto alla scuola e anche all’università”. Altro punto divisivo è quello sui risarcimenti: “Visto che per molti il vaccino è sostanzialmente obbligatorio altrimenti non lavori, perché non è lo Stato a farsi carico degli eventuali risarcimenti di eventuali danni gravi come in altri casi?”.

Altro punto fondamentale ribadito dall’ex ministro dell’Interno riguarda l’obbligo vaccinale, che vede la Lega contraria: “Ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo visto che gli italiani, in quaranta milioni, hanno già scelto liberamente. Noi stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà senza parlare di chiusure e lockdown come fa il ministro Speranza gettando tutti nello sconforto”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia