Scattato l’obbligo del green pass da esibire nei luoghi chiusi, come ristoranti e bar, cinema e teatri, piscine, palestre e centri sportivi, e si registrano i primi disagi. A due giorni dell’entrata in vigore del certificato verde, i ristoratori denunciano le prime perdite di incassi.
Tra caos organizzativo e reticenza per ottenere il green pass, diverse le disdette. I ristoratori, che hanno riservato alla clientela qualche tavolo all’interno, si ritrovano con le sale semi vuote.
A riempirle, molto spesso, i clienti dotati di green pass, dirottati all’interno del locali perché l’area esterna è occupata da ospiti non provvisti di certificato verde. Una condizione che genera malcontento tra ristoratori e clienti.
Si teme quanto denunciato lo scorso mese dalla Fiepet-Confesercenti, che aveva lanciato l’allarme sulle perdite di circa 100 milioni di euro per i ristoranti della Capitale e del territorio laziale.
Ma nel Lazio si aggiungono i disagi legati alle attese per il Green pass dopo l’hackeraggio dei sistemi della Regione e problemi per alcune categorie, come chi ha ottenuto una sola dose dopo essere guarito dal Covid-19, e alcune donne incinte che preferiscono attendere la fine della gravidanza per vaccinarsi.
Le segnalazioni su Telegram
Molti ristoratori però preferiscono non richiedere il documento di identità per verificare la reale appartenenza del certificato verde alla persona che lo esibisce. Inoltre, molti titolari, che aderiscono a “Io Apro”, l’associazione nata a inizio gennaio da un’idea del ristoratore Umberto Carriera, si rifiutano di chiedere il certificato verde ai clienti.
I gruppi Telegram vicini alla rete Io Apro sono in fermento. Sull’app di messaggistica istantanea, si diffonde “Aperti e liberi”, la mappa di tutti i locali sparsi sul territorio italiano dove, per entrare, non serve il Green pass. Ben localizzati e indicati con nome e indirizzo, sono presenti sulla mappa interattiva e in continuo aggiornamento circa 300 ristoranti, oltre 200 bar e quasi 50 fra palestre e centri per il fitness in tutta Italia.
Umberto Carriera, leader del movimento IoApro, ha preso le distanze da questa mappa e da chi l’ha creata, sottolineando che l’unico profilo Telegram legato al movimento è quello che riporta il nome “Ioaproofficial”.
Nonostante la presa di distanza, sui social e sui gruppi Telegram sono numerose le segnalazioni di ristoratori o titolari di bar che apertamente affermano di non voler richiedere il Green pass ai clienti per consumare all’interno dei locali.
Continuano le proteste
Nel pomeriggio di ieri nuove manifestazioni per opporsi alla misura governativa. Circa 1500 le persone si sono trovate in piazza del Popolo per il sit-in organizzato dal comitato Nonna Maur, regolarmente preavvisato in Questura. Tra i partecipanti, spicca la partecipazione anche di esponenti di Forza Nuova, tra i quali Giuliano Castellino. Numerosi i cori scanditi dai manifestanti: “Libertà” e “No alla dittatura sanitaria”, erano i più comuni. Un momento di ricordo è stato riservato per il medico mantovano Giuseppe De Donno, da poco scomparso, e musica per dar vita a un “No Green pass day”.