Prima lo strappo, poi il divorzio a pochi centimetri, ora il tentativo in extremis di ricucire una situazione che sembrava già definitiva. Somiglia sempre più a una puntata di ‘Beatiful’ la querelle tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, il garante del Movimento 5 Stelle e l’ex leader in pector dei pentastellati. 

Quest’ultimo, dopo 36 ore di silenzio assoluto, parla tramite fonti a lui vicine: “Bene la mediazione, ho sempre lavorato per una sintesi, ma restino i miei punti fermi”. Il riferimento ovviamente è all’ultima mossa di Grillo, che per scongiurare la rottura definitiva del Movimento ha compiuto una parziale retromarcia annunciando la sospensione del voto per il nuovo Comitato direttivo, che Grillo voleva su Rousseau e che il reggente politico Vito Crimi aveva indetto invece su una piattaforma diversa, SkyVote. 

Venerdì sera il fondatore del Movimento ha rilanciato individuando un comitato di sette persone “che si dovrà occupare delle modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità”.

Il gruppo sarà composto da una serie di componenti istituzionali del Movimento, anche vicini allo stesso Conte: si parte dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi ai capigruppo della Camera Davide Crippa e del Senato Ettore Licheri, fino al capogruppo in parlamento europeo Tiziana Beghin e ai ‘big’  Luigi Di Maio, Roberto Fico e Stefano Patuanelli.

Di fronte all’apertura di Grillo, Conte dovrà probabilmente concede qualcosa al garante, nonostante a parole sia ancora intransigente sui “punti fermi”. Anche perché si fa sempre più numerosa la pattuglia di parlamentari “unitari”, coloro che tifano per l’unità tra i due fronti per non mandare al macero l’esperienza grillina. 

Ai sette ‘saggi’, divisi in contiani (Licheri, Patuanelli, Crimi), pontieri (Di Maio e Fico) e vicini a Grillo (Beghin e Crippa) il compito di stilare entro tre giorni, con deadline fissata entro martedì, un nuovo Statuto che sia la sintesi tra le rivendicazioni dei due leader.

Tra i saggi il ruolo chiave spetterà proprio ai ‘pontieri’ Di Maio e Fico: l’ex capo politico pentastellato e il presidente della Camera sarebbero gli artefici della retromarcia di Grillo.  I tre si sono incontrati venerdì sera a Marina di Bibbona con Grillo, una cena che ha aperto le porte della mediazione tra i due contendenti. 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia