Beppe Grillo compie un intervento ‘a gamba tesa’ sulla stabilità del governo Conte. Il comico genovese, fondatore del Movimento 5 Stelle, firma questa mattina un post sul suo blog con cui irrompe nella polemica all’interno della maggioranza sull’approvazione della riforma del Mes, che sta già scuotendo la stabilità interna dei grillini con la fronda annuncia in una lettera da oltre cinquanta parlamentari.

Il tono dell’intervento è già chiaro dal titolo: “La Mes è finita”. All’interno quindi Grillo parla di Mes come “uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che ‘disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere’. Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli”.

LE DUE PROPOSTE ALTERNATIVE  – Se da una parte arriva la netta bocciatura del Fondo salva stati, dall’altra Grillo lancia una sua battaglia per trovare il denaro necessario a fare fronte all’emergenza economica provocata dalla pandemia di Coronavirus. Due proposte definite “assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti, che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia, che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno”.

Si parte quindi dalla proposta di “far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa”. “Nel Novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea, ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare – spiega il fondatore del M5S – E’ giusto ricordare che, secondo i dati di gennaio 2018, la Chiesa cattolica è proprietaria di di 140 università, 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d’infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di difesa della vita e della famiglia, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori. Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata. La questione può essere così riassunta: è giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini? Aldilà di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta è chiara. Si”.

Grillo spiega che “al momento della sentenza della Corte di giustizia però, era in carica il governo Conte I che, si dice, non fece nulla perché la Lega (con la sua ostentazione di crocefissi e rosari) non intendeva mettersi “contro” la Chiesa. Come se chiedere il pagamento di tasse dovute fosse un atto vessatorio” “Sta di fatto – conclude Grillo – che ad un anno di distanza e col mondo totalmente stravolto dal Covid, quei soldi tornerebbero utili per un sacco di altri interventi più urgenti e non più prorogabili”.

L’altra proposta è un tema caro anche ad una parte della sinistra italiana, ovvero la patrimoniale. “E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi?”, si chiede Grillo, che quindi fa riferimento alla proposta presentata da Leu e Pd e bocciata dalla commissione Bilancio della Camera. Per il comico genovese “un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia