Sei Punte
Giudizi, opinioni ma fatti inoppugnabili
Guerra a Gaza, tutti gli accordi violati da Hamas: razzi, attacchi, aiuti rubati. Solo i patroni dei terroristi possono condannare Israele

È legittimo – perché costituisce un’opinione – sostenere che Israele non avrebbe dovuto riprendere gli attacchi contro Hamas. È lecito – perché rappresenta un giudizio – argomentare che Israele ha commesso un errore, e magari anche un crimine, nel riattivare una macchina bellica che produce ulteriore sofferenza alla popolazione di Gaza. Sono opinioni, sono giudizi senza alcun dubbio ammissibili, per quanto esposti all’idea contraria, a sua volta legittima, secondo cui Israele ha invece intrapreso, con pieno diritto, una iniziativa di difesa rivolta a neutralizzare una persistente minaccia alla propria sicurezza.
Un’altra cosa è argomentare che Israele avrebbe dato corso a una nuova fase del conflitto in improvvisa e inopinata violazione degli accordi per il cessate il fuoco intervenuti settimane addietro. Questo non è un giudizio, questa non è un’opinione: è un falso punto e basta. E a certificare che è un falso c’è una sequela di fatti inoppugnabili. Hamas, infatti, non Israele, ha violato quegli accordi, pressoché dal momento stesso in cui essi erano siglati. Hamas, in violazione di quegli accordi, ha lanciato razzi contro Israele durante il cessate il fuoco. Hamas, in violazione di quegli accordi, prima ha rifiutato di comunicare i nomi degli ostaggi da rilasciare e poi, ancora in violazione di quegli accordi, ne ha ritardato il rilascio.
Hamas, in violazione di quegli accordi, non ha consegnato i resti di Shiri Bibas, la mamma dei due bambini assassinati, infilando in una bara il cadavere di non si sa chi. Hamas ha annunciato che non avrebbe rilasciato altri ostaggi perché (questa fu la giustificazione) gli Stati Uniti e Israele avevano minacciato ritorsioni se non li avesse rilasciati. E ancora: Hamas ha continuato a sequestrare i convogli degli aiuti umanitari; Hamas ha organizzato attentati terroristici in Israele; Hamas ha operato nelle zone “cuscinetto”, con movimenti di uomini oltre i limiti posti da quegli accordi.
Ma soprattutto: durante il cessate il fuoco Hamas ha fattivamente operato per riorganizzarsi e per rimettere in sesto il proprio dispositivo militare. Per cosa? Per proteggere, come non ha mai fatto, la popolazione di Gaza? No: per attaccare, come ha sempre fatto, quella di Israele.
Dopodiché (e torniamo ai giudizi) si può ritenere che l’intervento israeliano fosse inopportuno, irresponsabile, ingiusto, tutto quel che si vuole. Ma che – dopo lo stillicidio di violazioni e dopo le manifestazioni aggressive di cui si è resa responsabile la controparte – la ripresa delle operazioni belliche da parte di Israele rappresenti una violazione degli accordi può dirlo soltanto un generoso patrono delle ragioni di Hamas.
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