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Libano, bombardamenti a 40km da Beirut: raid aerei israeliani su Al Ghaziyeh, colpita la città Saida. Aeroporto in tilt con passeggeri bloccati
Si è verificato poco fa un bombardamento israeliano a sud di Beirut. Lo riferiscono media e social media, pubblicando immagini della densa colonna di fumo che si leva dalla costa mediterranea, nei pressi di Ghaziye, vicino Sidone, 40 km a sud della capitale.
Raid aerei a 40km da Beirut
Secondo le prime informazioni, l’aviazione israeliana ha condotto due raid aerei nella zona di Ghaziye. Sono stati colpiti due capannoni nella città di Saida indicati dai media locali come appartenenti ad una vicina fabbrica di generatori elettrici.
Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno effettuato un attacco ad Al Ghaziyeh, a sud di Sidone, in Libano. Lo ha riferito l’agenzia di stampa libanese “Nna”, aggiungendo che l’attacco avrebbe preso di mira un veicolo. Al momento non ci sono informazioni su danni o vittime. Secondo il sito d’informazione “Lebanon 24” il primo raid avrebbe preso di mira un magazzino sull’autostrada Ghaziyeh-Sidone, mentre si e’ registrato un secondo attacco nella regione di Zahrani, vicino alla citta’ industriale di Ghaziyeh“.
Secondo la stessa fonte, testimoni nell’area di Sidone hanno riferito di aver visto “aerei israeliani volare a bassissima quota fin dalle prime ore del mattino”. Dall’8 ottobre 2023, all’indomani dell’attacco del movimento islamista palestinese Hamas contro lo Stato ebraico, stanno proseguendo quotidianamente gli scontri tra le Idf e il partito sciita filo-iraniano Hezbollah lungo il confine israelo-libanese. La scorsa settimana, dopo che un attacco proveniente dal Libano ha ucciso una persona a Safed, nel nord di Israele, le Idf hanno risposto aumentando l’escalation e uccidendo 11 persone a Nabatieh. L’attacco di oggi, che le forze israeliane non hanno confermato, e’ avvenuto nel punto piu’ lontano dal confine (circa 50 chilometri) dall’inizio degli scontri.
Conferenze a sostegno forze armate di Beirut
Sono previste due conferenze a sostegno delle Forze armate libanesi che si svolgeranno nel giro di due mesi a Parigi, alla fine di febbraio, e a Roma, all’inizio di marzo. Lo ha confermato oggi ad “Agenzia Nova” il comando dell’esercito del Paese dei cedri, dopo le indiscrezioni del quotidiano libanese “Al Akhbar”, secondo cui questi incontri seguirebbero la proposta avanzata dalla Francia di “ottimizzare le capacita’ dell’esercito con torri di sorveglianza e addestramento”, in linea “con la visione dal ministro degli Esteri britannico, David Cameron, in visita a Beirut 15 giorni fa, e con un approccio parallelo a cui stanno lavorando gli Stati Uniti in coordinamento con il Qatar per aumentare gli aiuti all’establishment militare”. Lo scorso ottobre, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si era recato a Beirut per discutere del conflitto in corso tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. Crosetto aveva invocato “la protezione dei civili innocenti” e sottolineato “la collaborazione in atto tra la Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) e l’esercito libanese”, esprimendo inoltre “la volonta’ dell’Italia di fornire ulteriore sostegno all’esercito libanese”.
Il contributo italiano nel sud del Libano supera le 1.000 unità, delle oltre 10 mila complessive di Unifil
Inoltre, l’Italia e’ presente sul territorio libanese attraverso la missione militare bilaterale italiana in Libano (Mibil), che si inquadra nel piu’ ampio contesto delle iniziative del Gruppo internazionale di sostegno per il Libano (Isg), in ambito Onu. In particolare, la missione mira ad aumentare l’impegno della comunita’ internazionale a sostegno del Libano nella gestione dei rifugiati, dell’economia del Paese e delle Forze armate libanesi. In questo contesto, l’Italia ha avviato delle iniziative di formazione per il personale militare libanese. Negli ultimi anni, in particolare dopo la crisi economica dell’autunno 2019, le Forze armate libanesi hanno accusato la mancanza di equipaggiamento e le problematiche derivanti dalle interruzioni di corrente. Di conseguenza, diversi Paesi come gli Stati Uniti e il Qatar hanno erogato finanziamenti per sostenere l’esercito
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