Guerra in Ucraina, Lugansk senza tregua e bombe a Melitopol: Zelensky: “Feroci ostilità in Donbass”

Ukrainian servicemen changing their position at the frontline near Kharkiv, Ukraine, on Saturday, July 2, 2022.(AP Photo/Evgeniy Maloletka)

È arrivata al 130esimo giorno la guerra in Ucraina. Infuria ancora la battaglia per il Donbass, dove la Russia ha intensificato gli attacchi, soprattutto nella regione del Lugansk. Esplosioni anche a Melitopol, sempre nell’Ucraina sud orientale, nel perimetro dell’aeroporto occupato dai russi dove hanno sede le truppe della Federazione. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky intanto accusa: “Feroci ostilità continuano lungo l’intera linea del fronte, nel Donbass”.

Il ministero russo della Difesa ha annunciato la conquista della città di Lysychansk e dell’intera Regione del Lugansk nell’Ucraina Orientale. Ieri era arrivato l’annuncio del leader cecano Ramzan Kadyrov che però era stato smentito da Kiev. Oggi il consigliere di Zelensky Oleksiy Arestovych aveva ammesso la possibile caduta della città gemella di Severodonetsk. Alla Bbc il portavoce del ministero della Difesa ucraino Yuriy Sak ha dichiarato che la città di Lysychansk non è sotto il “pieno controllo” delle forze russe, nonostante Mosca abbia affermato che la città è caduta ma ha aggiunto che i combattimenti in città sono “molto intensi da un bel po’ di tempo”, con le forze di terra russe che “attaccano senza sosta”.

Il portavoce ha aggiunto che se anche la Russia dovesse conquistare tutto il Lugansk il Donbass non sarebbe ancora perso. Perché ci sono “altre grandi città nell’area del Donbass, in particolare nella regione di Donetsk” che sono sotto il controllo delle forze armate ucraine. “Queste sono città che negli ultimi due giorni sono state bersaglio di severi attacchi missilistici, bombardamenti di artiglieria”.

A Melitopol, sotto il controllo russo da febbraio, dopo gli attacchi che hanno fatto alzare dense colonne di fumo visibili da chilometri, Kiev ha accusato i russi di aver chiuso i rifugi antiaereo. Molti residenti stanno provando a lasciare la città. “Sono stati lanciate più di 30 bombe”, ha scritto sui social il sindaco Ivan Fedorov. Altra controffensiva ucraina è partita intanto a Chornobayivka, nei pressi di Kherson. “I russi stanno cercando di affermare che ci sono stati bombardamenti su aree civili e che la popolazione è stata colpita: ma questo non è vero”.

Mosca ha intanto ammesso l’affondamento “per prevenire la detonazione delle munizioni di bordo a causa dell’incendio scoppiato” della nave da sbarco Saratov, colpita da un missile ucraino nel porto di Berdyansk lo scorso 24 marzo. Tre navi russe con a bordo 24 missili da crociera e due grandi navi anfibie nel Mar Nero sarebbero intanto pronte per attacchi al territorio ucraino secondo quanto annunciato su Facebook il Comando operativo meridionale di Kiev, riferisce Ukrinform.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito che dallo scoppio della guerra, il 24 febbraio, i territori di 10 regioni dell’Ucraina sono stati colpiti e che da allora è stato possibile liberare 1.027 città e villaggi. Altri 2.610 sono ancora sotto l’occupazione russa e molti dovranno essere ricostruiti, ha aggiunto Zelensky nel consueto messaggio video ripreso da Ukrainska Pravda, in vista della conferenza internazionale sulla ricostruzione in programma lunedì a Lugano.

“In molte città delle retrovie ora” ci si sente sollevati, “ma la guerra non è finita, la sua brutalità sta aumentando in alcuni luoghi e questo non può essere dimenticato“, ha aggiunto Zelensky dichiarando che l’epicentro delle ostilità è ora nelle città della regione di Lugansk.