Russia si, Ucraina no. Al G20 del 9 e 10 settembre a Nuova Delhi, l’India scarta Kiev e conferma la presenza di Mosca nonostante gli appelli a espellerla dal gruppo. Secondo quanto riporta Sky News, un elenco formale degli invitati pubblicato sul sito del G20 mostra che sono stati invitati otto Stati non membri: Bangladesh, Egitto, Mauritius, Paesi Bassi, Nigeria, Oman, Singapore ed Emirati Arabi Uniti. È prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente. Spetta al Paese ospitante decidere quali non membri invitare ogni anno. Kiev era stata invitata al summit in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone a inizio anno. Ma nel vertice tra i leader che si terrà tra meno di un mese non ci sarà la presenza di Zelensky.

Sul fronte bellico proseguono i tentativi dell’Ucraina di portare la guerra oltre confine. Nelle scorse ore le difese missilistiche russe hanno abbattuto tre droni di Kiev che tentavano di attaccare obiettivi nella regione di Kaluga, che confina con quella di Mosca. E’ quanto fa sapere il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass: “Intorno alle 5 il tentativo del governo di Kiev di utilizzare tre veicoli aerei senza equipaggio per un attacco terroristico alle strutture nella regione di Kaluga è stato sventato: le difese missilistiche russe hanno prontamente rilevato e distrutto tutti i droni”. Episodio che testimonia come le incursioni con droni nei territori controllati dalla Russia sono aumentate nelle ultime settimane, in particolare per prendere di mira la capitale. Questa è almeno la quinta volta che Mosca afferma di aver abbattuto droni nella regione di Kaluga, dopo attacchi simili il 3, il 7 agosto e i due della scorsa settimana. A fine luglio e inizio agosto altri ordigni erano stati distrutti sopra il quartiere degli affari a ovest della capitale russa, provocando lievi danni alla facciata di due torri. A maggio due droni sono stati abbattuti sopra il Cremlino, nell’evento forse più emblematico dall’inizio della guerra.

Guerra che “non finirà entro la prossima primavera“. A dirlo è la vice premier e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk. La guerra in Ucraina non finirà tra “due-tre settimane”, “entro la fine dell’anno” o “la prossima primavera” fa sapere via Telegram. “Quanto durerà la guerra? – si chiede Vereshchuk -. Dobbiamo essere onesti. In questa guerra, il percorso verso la vittoria sarà lungo e difficile. ‘Due-tre settimane’, ‘entro la fine dell’anno, ‘la prossima primavera’: Tutto questo non è vero. Dobbiamo prepararci a una lunga lotta. I cittadini e il governo, tutti devono prepararsi a una guerra lunga e difficile. Solo allora vinceremo”.

Intanto Kiev rivendica ciò che tutti sapevano, ovvero che gli attacchi al ponte di Crimea erano di matrice ucraina. Il Servizio di sicurezza civile ucraino (Sbu) ha confermato per la prima volta la responsabilità degli attacchi dello scorso ottobre e del mese scorso al ponte di Crimea. La Cnn ha ottenuto in esclusiva dalla Sbu i video dell’attentato di luglio in cui si vede un primo drone, imbottito con 850 kg di esplosivo, avvicinarsi al pilone colpito e un secondo drone che si dirige verso il lato ferroviario del ponte. Il capo dell’Sbu, Vasyl Maliuk, ha detto alla Cnn che l’attacco di luglio è stato realizzato con droni marini sperimentali (i ‘Sea Baby’) e che ne seguiranno altri. Maliuk non fornito dettagli sull’attacco dell’8 ottobre 2022.

Dopo l’incidente diplomatico, la Nato prova a chiarire una volta per tutte la sua posizione sul sostegno alla sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Un intervento che arriva dopo le parole del funzionario dell’Alleanza Atlantica Stian Jenssen secondo cui per un’adesione di Kiev all’Alleanza “una soluzione” potrebbe essere cedere territori a Mosca. “Continueremo a sostenere l’Ucraina finché sarà necessario e ci impegniamo a raggiungere una pace giusta e duratura”, ha precisato il portavoce della Nato, sottolineando che dovrebbe essere Kiev a decidere quando e a quali condizioni raggiungere la pace.

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